By Published On: 25 Luglio 2011Categories: Lettere

Pd – Udc – Idv: profughi, integrazione attraverso lavori socialmente utili

E’ evidente a tutti che il problema posto dal popolo dei profughi giunti ultimamente nel nostro Paese, non sia stato affrontato in modo adeguato a livello nazionale.

Si é assistito ad un progressivo scaricabarile da una Istituzione all’altra, addirittura da un Paese all’altro (leggi disputa con la Francia) per giungere alla situazione attuale che tampona il problema per qualche tempo, ripartendo fra le varie Regioni, per un tempo limitato, il compito di alloggio ed assistenza a queste persone.

Va da sé che il problema di dare ospitalità agli immigrati non é di facile soluzione, ancor più in un tempo di crisi come quello che stiamo vivendo.

Il problema esige però decisioni compiute, che tengano conto di tutte le sue sfaccettature. Ce lo impone la nostra coscienza di cristiani, la nostra cultura, la comune fratellanza umana, il nostro impegno politico.

La soluzione deve partire da alcune premesse condivisibili da tutti. I profughi sono uomini e donne, non sono “cose” da sistemare.

Ad ogni persona deve essere riconosciuta, pur nei limiti imposti dalla congiuntura che stiamo vivendo, una propria aspirazione di vita, una speranza nel futuro, una prospettiva di sviluppo. Deve essere riconosciuta dignità ed offerta possibilità di integrazione nel nostro tessuto sociale. Deve essere altresì riconosciuto che non essendo “cose”, presentano ciascuno peculiarità diverse e non possono perciò essere trattati in modo indiscriminato.

Ulteriore premessa fondamentale: le nostre leggi, regole, consuetudini e tradizioni devono essere salvaguardate ed essere imperative per i nuovi arrivati. Non possono essere ammesse deroghe, in particolare nelle relazioni fra persone devono essere rispettate le abitudini locali.

Da queste premesse si evince innanzitutto che gli immigrati non devono essere confinati in un ghetto.

Le grandi strutture di accoglienza di massa, seppure necessarie, sono di utilità e funzione solo temporanee, in attesa di sistemazioni in comunità più piccole ed omogenee.

Una comunità molto numerosa ed indifferenziata crea già di per sé problemi di convivenza. In essa prevalgono naturalmente le personalità poco docili, non quelle disponibili al dialogo. Difficoltà a gestire la convivenza nascono soprattutto quando si forma fra gli immigrati un nucleo duro, una “massa critica” che si auto sostiene e che non si riesce accompagnare con facilità. A formare questa massa critica spesso possono bastare solo poche decine di immigrati.

Fra questi, é naturale, c’e’ il buono ed il meno buono, ossia c’e’ il profugo che intende crearsi una nuova vita di lavoro e c’e’quello che ha scommesso solo sulla buona sorte. Un trattamento indistinto, inevitabile quando si ha a che fare con tanta gente, penalizza  sempre il soggetto migliore ed avvantaggia il meno volonteroso.

Fatti salvi questi principi, come risolvere in via pratica il problema dei profughi affidati alla nostra Provincia?

Per prima cosa bisogna fare in modo che gli ingressi nel territorio non siano troppo numerosi ma commisurati alla dimensione del territorio stesso ed alla popolazione ivi residente. Questo principio, conclamato dai vertici dello Stato e condiviso da tutte le Istituzioni coinvolte, va assolutamente osservato, poiché è noto che l’assistenza più proficua agli immigrati ed ancor più la loro integrazione sociale, cede di fronte alla massa, non è praticabile per gruppi numerosi.

Bisogna quindi evitare di costituire in Provincia comunità troppo grandi, sistemate in centri di accoglienza destinati a diventare dei ghetti. Già gruppi di poche decine di persone, come detto, possono fare massa critica  e diventare un problema per il territorio. Gli immigrati, in gruppi di piccoli numeri, devono pertanto essere distribuiti in sedi numerose, ragionevolmente distribuite fra i Comuni della Provincia.

Ma non basta. Gli immigrati non possono essere lasciati a se stessi per lunghe ore e per interi giorni. E’ noto che l’ozio è il padre dei vizi e porta spesso a comportamenti sanzionabili. Il frazionamento dei profughi in tanti piccoli gruppi, invece, serve proprio per sfavorire comportamenti impropri degli stessi e a facilitare di converso una loro accettazione da parte dei residenti locali.

Da questo punto di vista, nell’ultimo incontro svoltosi in Prefettura a Lodi, è emersa la volontà di giungere ad una migliore organizzazione dell’accoglienza sul territorio, in linea con le motivazioni sopraespresse, garantendo così, anche dal punto di vista politico, un confronto responsabile di fronte alla situazione internazionale venutasi a creare.

Una migliore distribuzione dell’accoglienza, tuttavia, non risolve la questione.

I profughi sono quasi tutti giovani o molto giovani e perciò poco inclini ad una vita passiva. Vanno pertanto occupati in attività quotidiane che impegnino le loro energie e la loro menti. A questo scopo, oltre all’intervento del volontariato spesso presente in ogni Comune, che può dare una mano in questa direzione, serve comunque un impegno forte da parte della Municipalità che li ospita, che può e deve trovare per essi applicazione in lavori socialmente utili.

Il compito non è di per sé semplice, in più dovranno affrontare ostacoli burocratici e  norme non facili da osservare. Tuttavia si tratta di un’emergenza e come tale va trattata, ossia con spirito di collaborazione, a tutti i livelli: regionale, provinciale, comunale.

Come detto al problema è stato per ora solamente tamponato, con molti interrogativi aperti sul futuro, anche prossimo, di queste persone e solo il tempo chiarirà le intenzioni e i progetti di uomini e donne scappati dalla guerra e dalla miseria: alcuni vorranno tornare a casa terminata la guerra, altri cercheranno nuovi lidi, altri ancora vorranno restare. La decisione che prenderanno sarà figlia di questa esperienza di vita fra di noi, della fratellanza o del disinteresse che avremo saputo dimostrare. 

Mauro Soldati – Segretario Provinciale Pd

Rinaldo Pizzocri – Segretario Provinciale Udc

Claudio Ferrante – Segretario Provinciale Idv

Osvaldo Felissari – Capogruppo Pd Provincia di Lodi

Giacomo Arcaini – Capogruppo Udc Provincia di Lodi

Vincenzo Romaniello – Capogruppo Idv Provincia di Lodi

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