By Published On: 11 Settembre 2016Categories: Lettere

Lettere – Isolotto Rococò, il virtuoso feudo di Enrico Achilli

Caro direttore, per l’ennesima volta sfilo in barca accanto all’Isolotto presso l’Adda che bagna Lodi. Ora un cartello vi campeggia: Isolotto Rococò. E mi sovviene: Rococò, la pubblicazione di Enrico Achilli! Si è voluto assicurare nominale continuità, così perché l’Isolotto è stato virtuoso feudo di Enrico Achilli, che lo fece fiorire di ferventi opre. Era amicissimo di mio nonno, Enrico. Pianse Enrico quando mio nonno morì, mi riferì mio Zio Luigi. E lo vedevo, Enrico, ancora marziale in Lodi (morì quando avevo ventidue anni). Dopo la sua morte l’Isolotto lestamente deperì, ma io non ho mai smesso di andarci, centinaia di volte. Ora apprendo che i nuovi proprietari l’hanno affidato in gestione ai volontari di NUm del Burgh. Buona cosa, ma non sufficiente. Perchè riviva di nuovo, l’Isolotto, occorrono o l’una, o l’altra cosa: una personalità forte come quella di Enrico Achilli, ma non ne vedo. Una amministrazione pubblica di stampo nordeuropeo, ma vi siamo distanti non solo geograficamente.
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Cordialmente
Claudio Trezzani

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