By Published On: 21 Maggio 2020Categories: Lettere

Lettere – Decreto scritto per fare confusione e non dare soldi a chi ne ha bisogno

Gentile Direttore,

Il Governo Conte ha fatto un Decreto rilancio da 55 miliardi di euro, composto da ben 255 articoli su 400 pagine. Un decreto scritto apposta per fare confusione, generare caos e non dare soldi a chi ne ha bisogno. 

Quando sarà ufficializzato ci vorranno legali e commercialisti per l’interpretazione, e per capire come accedere ai benefici economici.  Il Governo ancora una volta ha la colpa di creare confusione su confusione in periodo di estrema urgenza, in cui le tempistiche di intervento sono essenziali.

Le grandi aziende non hanno grossi problemi perché possono fare affidamento alle banche, che quasi sicuramente concederanno loro prestiti e aiuti. Sono i piccoli commercianti, gli artigiani, i negozianti – coloro che hanno costi fissi elevati, un affitto da pagare e hanno avuto attività bloccata per tre mesi – i più bisognosi di sostegno economico, sia con politiche nazionali sia con politiche comunali e regionali. 

Ciò che serve è danaro a fondo perduto, inteso come somma accreditata direttamente sul conto corrente di chi ha bisogno, senza accedere ad istruttorie, così come fatto da altri paesi europei, Regno Unito, Francia e Germania in testa. Non si può perdere tempo vitale in pratiche istruttorie e in gironi burocratici infernali. 

La situazione economica post Covid fa emergere con tutta la sua prepotenza la necessità di avere una banca del territorio lodigiano a disposizione di imprese e commercianti. Urge una banca locale che aiuti davvero le categorie produttive, anziché’ chiudere i rubinetti sulle linee di credito. 

I crediti cooperativi devono essere i primi istituti che si mettono a disposizione di famiglie e attività commerciali. Se questi istituti non fanno prestiti al territorio, allora le banche cooperative non hanno più senso di esistere. E vale per tante banche locali che si mostrano poco aperte ad aiutare i tessuti produttivi del lodigiano. 

Anche il Comune di Lodi deve fare la sua parte, aiutando le piccole medie aziende – le più colpite da questa crisi. La cancellazione della tassa di occupazione del suolo pubblico annunciata dall’Amministrazione Sara Casanova ben prima del Decreto Rilancio è stata un buon segnale, a cui occorre concretezza, ma da sola non basta. Occorre aiutare artigiani e commercianti con tasse ridotte – a partire dalle Tari, Imu e imposta sulla pubblicità – almeno per il periodo del lockdown e istituire un fondo per l’erogazione di contributi a fondo perduto per la copertura – totale o parziale, a seconda dei casi – delle spese di affitto. 

Serve prevedere un ulteriore slittamento dei piani di rateizzazione per TARI, IMU, TASI con differimento, del pagamento delle rate in scadenza, alla fine di settembre 2020. E per gli accertamenti di IMU e TARI già notificati, prevedere un’ulteriore sospensione dei termini di versamento almeno sino a settembre 2020.

Così come occorre lo snellimento della burocrazia comunale per modificare il layout dei locali di negozi, bar e ristoranti.

Per l’addizionale comunale Irpef (rimasta invariata dal 2014), bisogna esplorare vie per l’aumento delle soglie di esenzione. 

Sicuramente la nostra Amministrazione comunale saprà recepire alcune di queste valide idee.

Gianmario Invernizzi

Segretario Provinciale Fratelli d’Italia – Federazione di Lodi

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