By Published On: 16 Aprile 2012Categories: Lettere

Lettere al Direttore – Non vogliamo avere paura della nostra città!

Tutti quelli che ho spesso sentito lamentarsi per la poca vitalità della nostra città, sfogliando quotidianamente le pagine del nostro giornale locale possono facilmente ricredersi, e rendersi conto che Lodi è una città viva, vivissima! Durante le ore del giorno i ritmi sono quelli di una classica cittadina lombarda, forse non c’è la frenesia che assale i cugini milanesi, ma anche i lodigiani hanno, senza dubbio, il loro bel da fare. Adulti che a passo spedito si recano in ufficio, bambini e ragazzi che vanno e vengono da scuola e qualche anziano che si gode un po’ di meritato riposo leggendo il giornale seduto su una comoda “banchèta”, possibilmente vicino a qualche cantiere da commentare in compagnia. Fin qui nulla di strano, scene viste e riviste in chissà quante altre centinaia di centri abitati della nostra terra. Tuttavia, al calar del sole, ecco che Lodi si trasforma, quando le posate smettono di tintinnare nei piatti e i più mattinieri s’infilano sotto le coperte la città si mette la maschera e prende vita. Purtroppo la maschera di cui parlo non è una colorata decorazione carnevalesca, ma assomiglia ad un passamontagna, e per le strade non si vedono coriandoli e stelle filanti, ma grimaldelli, flessibili e “palanchin”, e la “festa” ha inizio; le corsie del supermercato del furto si affollano. Al termine della nottata balorda i risultati si leggono sulle pagine della cronaca: porte scassinate, vetri sfondati. saracinesche tagliate e finestre divelte, e ogni notte la storia si ripete inesorabilmente e a farne le spese sono le famiglie e i commercianti lodigiani. Le nostre famiglie, sempre più in crisi per tutta una serie di noti motivi economici, non sono più in grado di percepire nemmeno un minimo di sicurezza, col pensiero che costantemente ricorda il proprio box a poche decine di metri da casa, la propria auto o la propria bicicletta legata ad un palo, tutte cose che la mattina seguente non si ha la certezza di ritrovare. Ovviamente poi, oltre all’angoscia per i propri averi, c’è il terrore per le aggressioni fisiche, perpetrate ormai come niente fosse anche per impossessarsi di poche decine di euro. Mi è capitato recentemente di sentire un gruppo di anziane signore parlare tra di loro e una queste diceva alle altre:”Mi vo pü in céŝa a vót ure, g’ho pagüra!”…come darle torto. Poi ci sono i commercianti, beh…che dire di questa sfortunata categoria di piccoli imprenditori nostrani sulla cui testa grava la pesante “colpa” di aver aperto un’attività nelle vie della nostra città?! Penso, purtroppo, che ormai siano sulla via della rassegnazione, consci del fatto che prima o poi fatalmente qualcosa dovrà succedere (sempre che non sia già successa una prima volta!). Proprio qualche giorno fa stavo scambiando qualche parola con il gestore del bar dove mi reco abitualmente, fresco fresco di rapina il quale mi diceva che effettivamente sapeva che prima o poi sarebbe toccato a lui, tutto quel tempo e nemmeno una “visitina”! Sul “Cittadino” ho letto recentemente la storia del titolare di un bar in via Ada Negri, al quale va, per quel poco che possa valere, tutta la mia solidarietà, che disperato per aver subito il secondo saccheggio nel giro di due mesi confessa che se ne avesse la possibilità si disferebbe volentieri della sua attività, per andare magari all’estero dove di questi problemi non ce ne sono. Ebbene si, la situazione è proprio triste e disperata, NON SI PUO’ AVERE PAURA DELLA PROPRIA CITTA’! Come giovane cittadino lodigiano però, oltre a condividere i timori e le preoccupazioni del resto della mia gente, mi fa ancor più rabbia, una rabbia pazzesca, il modo disarmante in cui questa problematica viene affrontata, o meglio, non viene affrontata. Il silenzio delle istituzioni è a dir poco frustrante, nessuno è in grado di dare una risposta soddisfacente ai lodigiani. Da una parte le forze dell’ordine lamentano quotidianamente l’impossibilità di agire con efficacia a causa della mancanza di uomini e fondi, il che rende il loro sparuto pattugliamento notturno completamente inadeguato, dall’altra l’amministrazione comunale, dotata per altro di un apposito “Assessorato alla sicurezza” si precipita puntualmente a ribadire che non ha le competenze per predisporre provvedimenti adatti (dunque il grande dubbio circa l’utilità di un Assessorato alla sicurezza che non può occuparsi di sicurezza permane insistentemente). Insomma, una volta per tutte: a chi ci dobbiamo rivolgere io e i miei concittadini perché ci possa venir garantito almeno un minimo di quel diritto alla nostra tutela e a quella dei nostri beni che ci spetta? Purtroppo evidentemente chi doveva assolvere questo compito non è in grado di farlo e ciò comporta che i cittadini lodigiani, lasciati soli, inizino a pensare di organizzarsi in altro modo.
Alberto Tarchini

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