By Published On: 4 Agosto 2012Categories: Lettere

Lettere al Direttore – Lo strano caso della Regione Sicilia e dell'(ex) Governatore Lombardo (di nome ma non di fatto)

Ebbene sì, nonostante la solita quiete e l’aria di passivo disinteresse che piacevolmente soffia oltre lo stretto, sembra proprio che la Regione siciliana sia ad un passo dal fallimento dovuto al buco di 5,4 miliardi di euro e a causa dell’impossibilità di reperire risorse sufficienti a mantenere in vita il pachidermico colosso amministrativo. Parola della Corte dei Conti. Tuttavia mi pare interessante far notare come sull’isola non manchi mai la voglia di stupire (o forse di prendere in giro), come dimostra il fatto che nel 2011 sia stato chiuso un bilancio con un disavanzo di 2 milioni, anche se in realtà i conti appaiono chiaramente alterati da 15,7 miliardi di residui attivi iscritti a bilancio ma non in cassa e, probabilmente, mai più esigibili. Ah taiàdi lùr! Detto questo è innegabile che la primaria fonte del disastro sia da ricercare nella completa incapacità di amministrazione della classe politica siciliana che dal dopoguerra non è stata capace di far altro che creare una gigante struttura di mala politica imperniata su una fitta rete di assistenzialismo e saldamente collegata alla logica del voto di scambio, il tutto mascherato da quella “pesante coperta” dall’autonomia “più che speciale” di cui la regione gode e che le consente, tra l’altro, di mantenere il 100% delle entrate fiscali sul proprio territorio (pensa invece che coglioni i lombardi che nel 2007 hanno regalato allo stato 42 miliardi di euro!), senza negare però la possibilità di battere cassa allo sportello romano che puntualmente risponde: PRESENTE! (nello stesso in cui lombardi regalavano i siciliani ricevevano 21,7 miliardi). A questo punto, pur non avendo ancora detto diverse cose mi sento di fare una piccola riflessione domandandomi e domandando come i miei corregionali possano sopportare una condizione di questo tipo, ossia una così grande disparità di trattamento tra individui che formalmente fanno parte della stessa realtà statuale e come possano essere realmente fieri di farne parte pur rappresentando solamente il forziere dal quale attingere in maniera assidua e spregiudicata. Comunque sia torniamo a noi e continuiamo a parlare di Regione Sicilia usando d’ora in avanti un sinonimo, ossia spreco, spreco in tutto e per tutto nelle maniere più impensabili, assurde e talvolta tristemente esilaranti. In questo senso il dato di partenza deve essere ovviamente quello riguardante i dipendenti dell’ente Regione che ammontano, in prima battuta a 17.995, un numero lungamente discusso specialmente in rapporto (da alcuni ritenuto poco opportuno) a quello dei dipendenti lombardi che sono 3.084, dunque 1/5 per una regione con il doppio degli abitanti. Giusto per aiutare a comprendere quanto la realtà isolana sia collegata a quella peninsulare mi basta dire che nel 2011, anno in cui i nostri imprenditori si suicidavano perchè non trovavano il coraggio di dire ai loro dipendenti che non li avrebbero più potuti pagare, di quei 17.995 ben 4.857 venivano assunti a tempo indeterminato. Armiamoci adesso di calcolatrice e a 17.995 aggiungiamo 717 dipendenti in sedi distaccate e facenti capo alla regione, 2.293 dipendenti a tempo determinato stipendiati in qualche modo dalla regione e 7.291 dipendenti delle 34 società controllate o collegate (21 delle quali sono in rosso), totale: 28.796! I soli dipendenti “ufficiali” assorbono 760,1 milioni, ma se calcoliamo anche gli oneri sociali ci proiettiamo verso la strabiliante cifra di 1 miliardo e 80 milioni, ossia poco meno della metà del costo del personale delle restanti regioni “ordinarie”. Ultimi dati flash di questo contesto: rapporto dirigenti/dipendenti: 1 ogni 6 (Lombardia 1 ogni 14), rapporto dip. pubblici/abitanti (regione, province e comuni): 49,8 ogni 1000 (Lombardia 31,1 ogni 1000). Non mettete da parte la calcolatrice perchè dai conti che abbiamo fatto fino ad ora è rimasto escluso l’esercito degli operai forestali che con la Regione Siciliahanno un particolare rapporto di “amore odio”, del quale ora ne spiegherò i meccanismi. Per sei mesi l’anno lavorano per la regione 25.833 operai forestali che sommati ai circa 2.709 in pianta stabile formano una vera e propria armata di 28.542 persone che guadagnano su per giù 1.400 euro netti al mese. Una volta terminati i sei mesi di contratto però i quasi 26.000  non finiscono in mezzo alla strada in quanto a pagare interviene l’INPS che per i sei mesi di “riposo” verserà per un precario con moglie e due figli circa 1.200 euro al mese. Costo totale di mantenimento 693 milioni, di cui 180 a carico dell’INPS. Inutile dire che ancora una volta i paragoni sono impietosi, se la Regione Lombardia utilizzasse lo stesso rapporto forestali/abitanti potrebbe tranquillamente assumere 56.035 persone, il che vorrebbe dire dare lavoro a migliaia di giovani, di disoccupati, o di giovani disoccupati (che mi pare non manchino ultimamente), ma la realtà è che in Lombardia, dove i forestali sono 460, funziona diversamente. Il regime di regione a statuto “più che speciale”, invocato precedentemente, consente un altro grande privilegio ai dipendenti di Palazzo dei Normanni, ossia l’equiparazione a quelli del Senato, in virtù della quale le retribuzioni non possono essere confrontate con quelle degli organismi consiliari regionali del resto della penisola che sono molto più basse. Il re del negazionismo, cioè l’ormai ex governatore Lombardo è il Presidente di regione più pagato in assoluto con i suoi 15.683 euro mensili che a suo dire “dovrebbero essere il triplo visto il lavoro che svolge”. Interessante è poi andare a capire come lo stipendio (indennità) di un consigliere dell’Assemblea regionale pur partendo da 5.390 euro al mese, grazie ai rimborsi riesca tranquillamente a raggiungere circa 15.000 euro, all’indennità di base vanno infatti aggiunti 3.500 euro di diaria, 4.178 euro per “lo svolgimento del mandato”, 841 euro per il trasporto, 345 per le spese telefoniche e all’incirca altri 1000 euro per il “trasporto su gomma”, somma che varia in base alla distanza da percorrere. La realtà purtroppo è questa e per tracciare una mappa completa degli sprechi e delle nefandezze della regione insulare penso non basterebbe un intero volume che potrebbe essere composto da tanti capitoli, ognuno riguardante uno scempio differente, a partire dall’odissea delle opere incompiute fino ai fondi comunitari per lo sviluppo che, immancabilmente, vengono revocati perchè inutilizzati, passando per l’assunzione di 30 “camminatori” adibiti al trasporto di documenti e pratiche da un ufficio all’altro, per chiudere con la storia più bella che riguarda due orche marine islandesi comprate dalla regione nel lontano 1984 per 200 milioni di lire da destinare al parco acquatico, mai costruito, sulla costa di Sciacca. Le orche sono così rimaste in Islanda mantenute da allora da un assegno mensile di sei milioni di lire (3000 euro). La notizia di questi giorni è che pare abbiano chiesto un giusto adeguamento al costo della vita…non male!

Alberto Tarchini

Lega Nord-Lega Lombarda Sezione di Lodi

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