By Published On: 27 Giugno 2014Categories: Primo Piano

Lodi. Provincia addio, ma solo per finta. E per ora tutto rimane in “stand by”

A sinistra il consigliere regionale Pietro Foroni (LN) a fianco del suo successore alla guida della Provincia, il commissario Cristiano Devecchi (LN)

Lodi – Provincia addio, ma solo per finta. La sua abolizione, infatti, ha tutto l’aspetto di essere solo uno slogan. La cancellazione degli enti provinciali decorrerà dal 1 luglio 2014, ma di fatto, continueranno a restare in vita chiamandosi ancora “Provincia”, svuotate di competenze, fino al 1° di ottobre, data in cui verrà nominato (non eletto) un nuovo presidente a capo di un consorzio di sindaci incaricati (nominati) dalla politica locale, cioè quella dei Comuni, di gestire il nuovo ente, qualunque nome esso avrà.

Nel frattempo, su come si chiamerà, quali funzioni, poteri e deleghe potrà avere, è ancora tutto ignoto. Tutto è in via definizione. Una definizione che, a detta dell’attuale Commissario provinciale Cristiano Devecchi (in carica gratuitamente fino al 1° ottobre), non avrà tempi brevi: dalla sua nascita passerà almeno un anno e mezzo.

Quello che non è ignoto è che esisterà, probabilmente mantenendo le funzioni principali come quelle in ambito urbanistico e scolastico. Non è ignoto neppure il fatto che i 185 dipendenti (negli ultimi anni sono passati a questo numero da 262) intanto continueranno a percepire uno stipendio, per quello che rischia di diventare un carrozzone all’italiana che costa molto e produce poco o nulla. Gli stipendi dei dipendenti sono proprio la maggior voce di spesa, ma è altrettanto vero che bisognerà trovar loro un ricollocamento. Beh, anche questo per ora è mistero. Così come la sorte della Polizia Provinciale, che nel periodo di “stand by” continuerà l’esistenza sotto il comando, non più dell’uscente Arcangelo Miano, ma di qualcuno che ne farà le veci.

«Questa storia rappresenta un corto circuito di un Governo che continua a prendere provvedimenti inutili, che non portano a nessun risparmi. – Ha dichiarato il consigliere regionale Pietro Foroni – E’ una demagogia fine a se stessa e su quanto si risparmia non si sa nulla. I tagli agli enti locali sono stati circa 20 miliardi a partire dal governo Monti, che hanno messo in difficoltà le Province. La spesa dello Stato però è aumentata di 32 miliardi.»

«E’ un provvedimento antidemocratico che mette in grandissima difficoltà lo sviluppo e le programmazioni per il territorio. I cittadini se ne accorgeranno nei prossimi mesi», ha sottolineato Foroni.»

«Quello che mi spaventa – ha sottolineato Devecchi – è che molti sindaci non hanno ancora capito che la Provincia non esiste più. Non sanno che non possiamo più intervenire laddove ce lo chiedono».

Sono 11 su 12 (tranne Brescia) le Province che con i parametri di legge sono considerate in “dissesto finanziario”, o più semplicemente in difficoltà economiche principalmente dovute al patto di stabilità. La Provincia di Lodi, ha fatto sapere il commissario, ha casse solide con circa due milioni di euro bloccati e che potrebbero essere investiti.

In merito alle partecipate della Provincia di Lodi, stando alle rassicurazioni di Devecchi e dell’ex presidente Pietro Foroni, si può stare tranquilli. Seppur in difficoltà, possiedono un patrimonio che permetterebbe, una volta fatte le vendite, di appianare i debiti e, anzi, trarne dei profitti. Una eredità, così come i 2 milioni in cassa, per il futuro ente.

Peccato che gli altri due presidenti di provincia delle precedenti amministrazioni, il numero 2 del PD Lorenzo Guerini e Osvaldo Felissari non abbiano potuto essere presenti alla conferenza-cerimonia d’addio ed esprimere le loro opinioni.

Insomma, la “Provincia non Provincia” per ora esiste, intubata in uno stato vegetativo, la cui certezza è solo quella di non giovare ai contribuenti.

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