By Published On: 25 Marzo 2020Categories: Primo Piano

Covid-19. Controlli dei Carabinieri: 8 denunciati

Nonostante i continui avvertimenti che giungono da ogni parte, in primis dagli organi d’informazione sia che si tratti di giornalismo stampato che di notiziario televisivo, senza dimenticare gli incessanti inviti ricolti alla cittadinanza dalle amministrazioni comunali, e il tamtam mediatico originato dai numerosissimi social network particolarmente attivi in questo periodo, gli ultimi servizi svolti dai carabinieri in tema di controllo del territorio dimostrano che le persone fanno davvero fatica a metabolizzare lo slogan “IO RESTO A CASA”, coniato appositamente per sensibilizzare l’opinione pubblica per contenere l’epidemia. L’accrescimento del dato negativo è confermato dal numero delle persone controllate e denunciate negli ultimi due giorni, ben otto, di cui quattro stranieri, i quali, non contenti per aver violato le norme anti-contagio, hanno anche provato a eludere la sanzione affermando in autocertificazione motivazioni mendaci e contrastanti.

Ad operare sono stati i carabinieri delle Compagnie d’Intervento Operativo di Firenze e Mestre, che ancora permangono a disposizione del Comando Provinciale di Lodi per le esigenze connesse all’emergenza sanitaria, continuando a fornire il loro immancabile e importantissimo contributo operando principalmente nell’ex zona rossa di Codogno, dove hanno controllato e denunciato due stranieri, V.E., 20enne di origini albanesi del luogo e D.L.E., brasiliano di origini, coetaneo e concittadino dell’altro, sorpresi il 22 marzo scorso in quella Piazza della Libertà poco dopo le 23.00 senza effettive e comprovate motivazioni che ne autorizzassero la permanenza all’esterno del domicilio, che hanno aggravato la loro posizione rilasciando dichiarazioni risultate in netta contrapposizione tra loro, quindi ritenute del tutto menzognere.

Anche i carabinieri di Zelo Buon Persico hanno proseguito nel pattugliamento del territorio alla ricerca di possibili contravventori, imbattendosi in ben sei soggetti, tra cui due stranieri, tutti provenienti da altre province, sorpresi a cavallo dell’ora di pranzo di ieri in Lavagna di Comazzo, nei pressi di un appezzamento di terreno dove s’ipotizza possa svolgersi attività di spaccio di stupefacenti. I sei, identificati per G.M., 41enne della provincia di Bergamo, S.M., 32enne, ragazza, P.T.T., 28enne di origini bulgare, C.A., 40enne, e M.D., 27enne di origini rumene, tutti abitanti nel cremasco, infine, O.F., 52enne abitante nel milanese, oltre a non documentare con motivi di necessità la loro presenza in un luogo circondato dal nulla, hanno provato a giustificarsi rilasciando dichiarazioni che, all’esito delle opportune verifiche, sono risultate assolutamente inammissibili. Per tutti e otto, quindi, già inosservanti delle disposizioni previste dall’art. 260 del testo unico delle leggi sanitarie per impedire la diffusione di una malattia infettiva, è scattata anche la denuncia all’Autorità Giudiziaria per violazione degli articoli 47 e 76 del D.P.R. 445/2000 che, in relazione all’art. 483 del c.p., disciplinano le dichiarazioni mendaci in tema di autocertificazioni, reato che prevede la pena della reclusione fino a due anni.        

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