By Published On: 5 Giugno 2020Categories: Primo Piano

Comazzo. Coltivazione casalinga di marijuana, denunciati coniugi

Quando il pomeriggio dello scorso 3 giugno i Carabinieri di Zelo Buon Persico si sono presentati alla porta di casa che A.D.M., 36enne originario dell’Argentina e sua moglie R.S., 31enne nativa della provincia di Milano, occupano a Comazzo, per eseguire una perquisizione d’iniziativa ritenendo che potessero occultare stupefacenti, mai si sarebbero aspettati di trovarsi di fronte una vera e propria coltivazione di canapa indiana, sebbene organizzata in maniera esclusivamente “casalinga”.

La perquisizione è il risultato dello sviluppo di una veloce quanto redditizia attività d’indagine settoriale portata avanti dai carabinieri di Zelo che, sebbene senza avere precise informazioni circa i principali attori della vicenda, hanno man mano assottigliato sempre più il numero dei papabili fino a circoscrivere il campo all’insospettabile coppia di coniugi, che proprio non si aspettava la visita dei carabinieri, tant’è che nell’appartamento è stato subito trovato 1.5 kg di marijuana in fase di essiccazione e, ben visibili, sono spuntate due serre di diverse dimensioni, costruite con teli di nylon e strutture in ferro sotto le quali i due coltivavano la droga, al momento dell’irruzione costituito da sei piante alte fino a 1,75 mt. e altre cinque piante con il fusto già reciso e pronte alla lavorazione. Il “laboratorio” era stato realizzato a regola d’arte da chi evidentemente possedeva ogni specifica competenze per farlo funzionare al meglio ed era dotato di ogni attrezzatura essenziale per produrre abbastanza narcotico da soddisfare un gran numero di potenziali clienti, sintomo di un mercato già florido, ma evidentemente in via di espansione. Infatti, oltre alle piante e al prodotto deumidificato pronto per essere immesso sul mercato, nelle due serre i carabinieri hanno trovato sei lampade alogene a incandescenza, quattro ventilatori, un termoventilatore, un aspiratore a ventola, tre termometri per umidità, tre trasformatori portatili per lampade alogene ad alta potenza e tre tubi estensibili in alluminio per l’areazione, il tutto sottoposto a sequestro in attesa delle disposizioni dell’A.G., alla quale i due sono deferiti a piede libero per concorso in detenzione e coltivazione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio, reato che al comma 5 dell’art. 73 del D.P.R. 309/90 prevede che si applichi la pena ridotta della reclusione da sei mesi a quattro anni e la multa da 1.032 a 10.329 euro.

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