By Published On: 31 Ottobre 2014Categories: Lodigiano

Lodi. Canone concessorio. FI: «Ulteriore tassa, illegittima e regolamento ridicolo»

Biasini e Maggi

Biasini e Maggi

Lodi – Un regolamento illegittimo e da annullare. E’ quanto affermano Gino Biasini e Lorenzo Maggi (F.I.) in merito al “Regolamento comunale per l’applicazione del canone patrimoniale concessorio non ricognitivo” del 12 febbraio scorso. In altre parole, una ulteriore tassa, hanno spiegato i rappresentanti del partito, in aggiunta al canone già previsto per l’occupazione sopra e sotto il suolo di competenza comunale. Nello specifico il riferimento è alle reti dei servizi quali energia elettrica, luce, acqua.

Secondo il consigliere di opposizione Maggi «è un regolamento illogico, al quale solo io avevo votato contro, scorgendone già all’epoca l’assurdità. Avevo poi presentato un emendamento per togliere dal regolamento l’esenzione dalla tassazione le aziende partecipate. E’ un’incoerenza, se l’opportunità era quella di far cassa, in un anno in cui la città è stata devastata per i lavori del teleriscaldamento della partecipata del gruppo LGH. Inoltre, tale esenzione è chiaramente lesiva della concorrenza. Una tassazione addirittura pensata con retroattività, cosa che si può fare solo quando si modifica un’aliquota e non per una nuova norma».

Nel frattempo le società si sono mosse: Terna ha ricorso al TAR (dovrebbe versare al Comune 3mila euro), Enel ha già avvisato Palazzo Broletto con una lettera (280mila euro circa la cifra che dovrebbe pagare), Telecom idem (200mila euro). Mentre per Snam Rete Gas ad oggi non si sa come intenda procedere. Fatto sta che – se le aziende dovessero vincere le cause in cui si chiede sostanzialmente l’annullamento del regolamento in questione – il Comune potrebbe, non solo non incassare nulla, ma anche pagare l’eventuale sconfitta della controversia. Oltre al danno la beffa.

«Si aggiunga la mancata comunicazione – prosegue Maggi -. Le Società, infatti, non sono state informate della stesura di questo regolamento. Come di consueto si dovrebbe fare, ci sarebbe dovuti confrontare prima con gli interessati.»

«E’ il solito pressapochismo della giunta Uggetti – ha incalzato Biasini – che ha inoltre modificato “unilateralmente” la convenzione (risalente agli anni ’60, ndr), con l’intento proprio di fare un primo passo per l’introduzione del citato regolamento. E’ una scelta ridicola a livello giuridico: il Comune non può decidere a suo piacimento di modificare un contratto. Anche la tassa stessa in questione non potrebbe essere chiesta poichè il Ministero alla partita non ha ancora predisposto nulla in tal senso. Solo una circolare informativa per i burocrati, che per definizione, non conta nulla.»

La stessa trafila sta andando in scena in tanti comuni italiani. Staremo a vedere come andranno a finire le cose.

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