By Published On: 22 Agosto 2016Categories: Lodigiano

Celebrazioni Martiri del Poligono, il discorso del commissario

Autorità civili, militari e religiose, cittadini, combattenti della guerra di Liberazione, rappresentanti delle associazioni d’arma,

dandoVi il benvenuto e ringraziandoVi per la presenza, mi sia consentito manifestare l’emozione con cui mi appresto a vivere questo momento così importante per la memoria storica della città.

La rievocazione dei tragici eventi del 22 agosto 1944 che segnarono il martirio di cinque giovani lodigiani portati davanti al plotone di esecuzione perché si erano schierati dalla parte dei valori di libertà e democrazia rappresenta, infatti, una delle più significative testimonianze della condivisione di quei valori da parte di una comunità locale che ispira il suo modello di convivenza alla partecipazione, al riconoscimento reciproco e alla solidarietà responsabile.

Iniziando proprio oggi il mio impegno al servizio della città, chiamato proprio in questa circostanza al primo atto di rappresentanza pubblica dell’amministrazione comunale, avverto in modo ancora più profondo il richiamo a quella responsabilità, che cercherò con ogni mia risorsa di esercitare con dedizione, disponibilità all’ascolto e desiderio di portare un contributo concreto al bene di Lodi e alla tutela dei diritti di ogni lodigiano.

Qui, insieme a Voi, esprimo la riconoscenza, la gratitudine e la commossa deferenza che a 72 anni di distanza Lodi continua a nutrire nei confronti dei Martiri del Poligono per l’atto di estrema coerenza, per il coraggio e l’integrità con cui decisero di testimoniare ideali che oggi non consideriamo più discutibili, né possono essere negati o attenuati, ma che in quel momento dovevano essere conquistati, affermati e difesi, anche quando ciò poteva comportare conseguenze drammatiche e irrimediabili.

Oreste Garati, Ludovico Guarnieri, Ettore Maddé, Franco Moretti, Giancarlo Sabbioni: questi nomi, scolpiti nel libro della storia di una comunità antica e radicata come quella lodigiana, non evocano soltanto il valore del sacrificio.

Le parabole tracciate dalle loro esistenze non si sono chiuse con l’epilogo tragico che le ha rese imperiture, ma continuano a essere presenti nel corso degli eventi di questa città, nella consapevolezza del ruolo e del significato determinante che pagine come quella che oggi commemoriamo rivestono nella maturazione della coscienza civica di una comunità e nel riconoscimento dei suoi presupposti fondamentali.

Le storie individuali di questi giovani ma GRANDI lodigiani e la radice del loro martirio si inseriscono con piena coerenza nella grade Storia della riconquista della Libertà che da Nord a Sud ha visto sacrificare tante giovani vite.

Con la stessa perseveranza, spetta ora a noi non solo il compito di rendere un doveroso omaggio a quel sacrificio, ma soprattutto di farne un elemento vivo e concreto del nostro presente, per ricordare e ripensare quelle vicende non come un fatto passato e concluso, bensì un esempio attuale, capace di alimentare lo spirito di concordia e di partecipazione solidale che ogni giorno siamo chiamati a rinnovare con i nostri comportamenti e con il contributo che possiamo e dobbiamo portare al benessere ed alla serenità della nostra comunità, negli ambiti del lavoro, delle relazioni sociali, dell’impegno politico, come in quello del volontariato e dell’associazionismo.

Viviamo tempi drammaticamente complessi che stimolano in ciascuno di noi nuove riflessioni e nuove domande su come proteggere e tutelare da ogni forma di aggressione, materiale o ideale, quelle Libertà e quei Valori per cui chi ci ha preceduto si è impegnato fino all’estremo sacrificio.

Oggi, anche noi, siamo parte di quella storia e siamo chiamati a dimostrare di non aver vanificato quell’impegno, quella totale dedizione, e che la democrazia allora riconquistata è tutelata e rinnovata dall’esercizio di una politica e di un’amministrazione pubblica che sia espressione di rettitudine, abnegazione e ricerca continua di un equo bilanciamento dei diversi interessi in gioco.

Per affermare quei valori di Democrazia e Libertà sono morti i Martiri del Poligono: tocca a noi ora applicarli e consolidarli giorno per giorno, per ricordarli degnamente e dare frutto e sempre nuova linfa al loro insegnamento e al loro sacrificio.

Onore ai Martiri del Poligono e a tutti i caduti per la libertà, viva l’Italia unita, democratica e solidale, viva Lodi!

Mariano Savastano

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