By Published On: 4 Luglio 2016Categories: Cultura e Sport

Lodi. Istantanea sugli impianti (e sullo sport giovanile)

di Paolo Virdi


I tempi sono di “vacche magre”, questo è indubbio. Ma la situazione nella quale si trovano i principali sport lodigiani e le relative strutture, è veramente allarmante. Ci si arrangia come si può, ma tutte le mancanze del passato ora vengono a galla e a pagarne le conseguenze non sono solamente i ragazzi, che cullano sogni di soddisfazioni sportive, ma l’intera comunità.

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Pallanuoto

Tralasciamo l’inflazionato discorso “gestione piscine”, su cui son stati versati fiumi d’inchiostro. E non soffermiamoci nemmeno sui costi gestionali definiti “mostruosi” da chi li deve gestire. 

La Wasken Boys la scorsa settimana ha fatto sapere che non potrà garantire una prima squadra. Ovvero, i sacrifici fatti negli ultimi anni per portare una formazione in Serie A2, sono falliti. La stagione sportiva, dopo una serie di esaltanti successi “on the road” è andata in calando fino alla retrocessione in B. Poi dall’ultimo consiglio è emerso che WB non riuscirà ad iscrivere una prima squadra in nessuna categoria (anche se il DS Vanazzi sta facendo i salti mortali). Si salverà almeno il settore giovanile del “mondo pallanuoto”. Ma l’acqua della piscina, come qualcuno afferma, costa più dell’oro. 

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Hockey pista

Il PalaCastellotti - foto R. Mirabile

Il PalaCastellotti – foto R. Mirabile

Il Palacastellotti non è a norma. I Sindaci hanno sempre firmato “deroghe” sotto la loro responsabilità. Ma il “tempio dell’hockey”, che ha fatto il suo debutto sui palcoscenici internazionali nel 1989, non hai mai ricevuto adeguamenti strutturali: ad oggi non è in regola con le normative antincendio e se il prossimo Commissario Prefettizio non vorrà accollarsi la responsabilità di ospitare i 1.750 spettatori (Supercoppa italiana, il prossimo 17 settembre) si dovrà emigrare verso altri lidi. In alternativa assisteremo (come già visto per altri impianti) ad una riduzione della ricettività. Mancano 76 giorni per sperare in una soluzione.

Piccola nota per la pista all’aperto: esiste una statua, che si erge come un punto esclamativo sulla fama di Lodi nel mondo, città che vanta una tifoseria tra le più belle in assoluto. Ci chiediamo però perché in una città così devota all’hockey non sia mai stata costruita una pista all’aperto, o anche solo un “pallone” dove poter effettuare attività extra stagionali. 

I grandi giocatori sono diventati tali perché vivono la loro passione 365 giorni all’anno, giocando ad hockey in ogni istante libero. A Lodi, fino a quando i giovani non avranno una simile possibilità, difficilmente avremo un “buon giocatore”. Questo è garantito e comprovato dall’ultimo decennio, parlano i risultati, sia delle giovanili, che a livello di presenza di giocatori cosiddetti “di movimento”. 

Se vogliamo avere un futuro, bisogna principalmente investire in una struttura dove i ragazzi possano giocare. Perchè il domani, soprattutto negli sport minori, è di chi ha saputo lavorare bene in casa propria. 

(NB Fino a 2 anni fa all’Oratorio di San Bernardo – luogo sempre vicino allo sport –veniva organizzato – da Servergnini Jr. & Co. – un meraviglioso torneo all’aperto, che coinvolgeva decine di hockeisti ed, ex hockeisti capace di attirare tanto pubblico. Spiace che sia andato perduto…)

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Basket 

Con Assigeco migrata verso Piacenza, il Basket Lodi non è rimasta solamente l’unica realtà maschile cittadina, ma assumerà importanza a livello provinciale per via della “residenza” nel capoluogo.  

Il sodalizio nell’ultimo triennio è rimasto senza un palazzetto, dopo essere stato sfrattato dalla storica “Ghisio”:  il club ha rifondato il modo di lavorare e attualmente possiede un settore giovanile che conta 120 ragazzi, grazie anche al lavoro certosino nelle scuole. Un numero che è destinato ad aumentare (a breve ci saranno importanti e positive novità sul fronte collaborazioni) nonostante le palestre utilizzate siano inadeguate (Don Milani e Archinti), “così così” (Spezzaferri) e in deroga dalla FIP, ovvero l’Itis. 

Il Comune (e la Provincia) hanno sempre dato una mano, ma in futuro non sono previsti miglioramenti, si spera fortemente nella costruzione di un nuovo palazzetto (anche per il volley), sfruttando l’ex piscina. Le strutture infatti fanno parte di plessi scolastici che hanno un’apertura (settembre) e una chiusura (giugno), nel mezzo si vivono tre mesi durante i quali ci si “barcamena”, in playground cittadini o a San Martino in Strada grazie alla grande generosità degli Old Socks. Il discorso abbraccia ovviamente anche il basket femminile, con la storica Fanfulla.

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Una preghiera

Provo grande devozione verso lo sport, che ritengo il principale mezzo, dopo la scuola, per favorire una società migliore. Praticare sport a qualsiasi livello aiuta a coltivare il rispetto verso prossimo, a credere nello spirito di sacrificio, che sarà necessario per affrontare le difficoltà che la vita quotidiana ci mette di fronte. Lo sport unisce, amalgama, tempra, affina, regala ampi spazi alla fantasia e ai sogni. Lo sport crea semplicemente uomini migliori e la Società, la politica, le istituzioni hanno l’obbligo morale di favorirne lo sviluppo.


Nota a margine: questo editoriale porta la firma di un nostro amico, Paolo Virdi, autore del libro “50 minuti di gloria”, realizzato proprio da lodinotizie.it nel 2012. Un “capolavoro” sulla storia dell’hockey venduto in tutto il mondo. Paolo, oggi oltre a collaborare con la Gazzetta dello sport, è anche istruttore regionale di minibasket e amante dello sport a 360°. La sua illustrazione sulla situazione degli impianti sportivi va letto con la preoccupazione di un padre che vorrebbe un mondo migliore, lottando attivamente per far sì che questo accada. 

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