By Published On: 10 Maggio 2016Categories: Cultura e Sport

Lodi attende il suo Amatori

Inseguire la storia. Provare a raggiungere un sogno. Regalare un sorriso ad una Lodi caduta in un momento di cupo grigiore. Guardatela pure dal lato che preferite, il significato non muta. Nel palazzetto di Giovinazzo questa sera saranno pochi i lodigiani presenti fisicamente, pochissimi i vessilli giallorossi, portati dai soliti valorosi che macinano migliaia di chilometri per la maglia. Ma migliaia saranno coloro che spingeranno l’Amatori con la mente e con il cuore dalla città del Barbarossa. 

Una città che nell’ultima settimana è stata capovolta. Sfregiata, violentata, scalfita, sballottata in prima pagina come un inferno dantesco, ripercorrendo le orribili orme del caso Fiorani. Lo sport dovrebbe viaggiare in un senso, la politica in un altro. Ma nella quotidianità della gente questo cammino inevitabilmente s’intreccia. Per questo c’è ancora più bisogno del buon vecchio è caro Amatori. 

La finale per il titolo di campione d’Italia manca dal 1993, lo scudetto addirittura da 35 anni. Inutile negarlo: Lodi si merita una chance. Lodi merita di sognare oggi più che mai.

Il ligure Paolo De Rinaldis ha già fatto un capolavoro: male che vada ha ottenuto il miglior risultato di sempre, pari alle annate “griffate” Rinaldo Uggeri (1987, Coppa CERS, semifinale play off e finale Coppa Italia) o 2012, con Coppa Italia, semifinale play off e Final 8 Eurolega. 

Andare in finale significherebbe raggiungere un risultato mai ottenuto da un Amatori, non importa con quale desinenza, se Hockey, Sporting o Wasken. L’Amatori è Amatori. Una Coccarda tricolore è già in tasca e una finale scudetto in uno stesso anno non l’aveva mai ottenuta nessuno. Per cui chapeau al simpatico “DeRi”, che dal suo sottobosco ha portato un grande carico di umiltà, merce rara in questo sport. 

Lui, il Mister, l’ha definita “la partita”. E non si sbaglia: questa è veramente la resa dei conti.

Battere il Matera vorrebbe dire ribaltare gli ultimi 20 anni di storia dell’hockey, consacrando una squadra giovane, composta da un roster dove il giocatore più anziano ha 28 anni e un’età media intorno ai 24. 

Raggiungere il sogno significherebbe scrivere un capitolo dell’hockey italiano decisamente innovativo, forse un cambio epocale di un mondo finora teso ad indorare squadre con grandi talenti stranieri, giocatori esperti, e vecchie “volpi” delle piste di tutto il mondo. 

Questa squadra stasera sarà contro tutto e contro tutti. Per questo sogniamo l’ultima superba prestazione di Català, la grinta di Platero, l’incredibile capolavoro con il Bassano di De Rinaldis, la tecnica sopraffina di El Tigre Verona. Poi Mister 70 gol Federico Ambrosio, la maturità di Malagoli, che non segna mai gol banali. E la perseveranza, la grinta, la maestria di Mimmo Illuzzi, capitano adottato definitivamente da Lodi e dai lodigiani.  

C’è bisogno di loro e della loro anima. Perché conquistare il diritto alla finalissima sarebbe il regalo più grande che questo Amatori potrebbe fare alla sua Lodi.

Paolo Virdi

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