By Published On: 24 Giugno 2012Categories: Cultura e Sport

Appello al sindaco affinché anche le donne vengano ricordate nella toponomastica: la 3ª F chiede stradario di parità

Tra le figure lodigiane meritevoli della intitolazione di una via o piazza (benché, oggi, ne possano sorgere solo di nuove, periferiche) spicca senz’ altro, per gli studenti della 3 F che hanno elaborato la ricerca sulla toponomastica femminile, Elena Cazzulani, scrittrice e storica, nipote di Francesco, fondatore del collegio Cazzulani (oggi istituto comprensivo), e figlia di Giovanni, ultimo direttore prima del passaggio a scuola pubblica. Oltre a scrivere la storia del collegio, fu autrice di alcuni romanzi (“Il muro sul ponte”, “Il cielo comincia dal suolo” e “Il viale delle ortensie”) e fondò a Lodi negli anni ’80 un “Salotto letterario”, anche se la sua fama è legata alle biografie di personaggi famosi (tra cui Maria Hadfield Cosway, Giuseppina Strepponi, Cristina Trivulzio di Belgioioso).

Via Cosway alunni caazulani LodiAltre lodigiane di cui si suggerisce l’intitolare di una strada cittadina, furono Giovanna Boccalini in Barcellona, Teresa Gugelloni Teresa e Francesca Costa.

Boccalini, nata a Lodi nel 1901, maestra elementare, sposò un perseguitato politico e durante la Resistenza fu tra le fondatrici del giornale “Noi Donne”; dopo la Liberazione ricoprì alcune cariche statali (vicepresidente dell’Inps tra il 1949 e il 1954); amica di Ettore Archinti, fu membro del Comitato centrale del Pci. Morì a Milano nel 1991.

Teresa Gugelloni, nata a Lodi nel 1838, fu un’educatrice. Nel 1863 istituì a Lodi un collegio femminile infantile (dai 2 ai 6 anni) che operò per 25 anni; morì nel 1895. Infine, Francesca Costa, nata a Lodi nel 1939, fu un’importante ginnasta che gareggiò con i colori del Fanfulla vincendo numerose competizioni e partecipando, nel 1960, alle Olimpiadi di Roma. Morì in un incidente automobilistico nel 1961.

Vi sono altresì numerose figure femminili famose e meritevoli di richiamo, che operarono in diversi settori sociali, politici e culturali, anche se non legate al territorio. Tra queste, su suggerimento dell’associazione Ciclodi Fiab, citiamo la ciclista Alfonsina Strada, unica donna ad aver corso il Giro d’Italia assieme agli uomini. Nata a Castelfranco Emiliano nel 1891, figlia di una famiglia povera, divenuta sarta, appena sedicenne, iniziò a gareggiare in un mondo tutto al maschile. Divenne presto “miglior ciclista italiana”, gareggiando pure nel giro di Lombardia. Nel 1924 le venne concesso di prendere parte al Giro d’Italia: seppur squalificata, portò a termine la competizione. Morì a Milano nel 1959: nella sua carriere vinse ben 36 corse contro colleghi maschi, conquistandosi la stima di numerosi campioni, tra cui Costante Girardengo.

Senz’altro da candidare è poi Cristina Trivulzio di Belgioioso (1808-1871). Patriota e scrittrice italiana, tra le protagoniste femminili del Risorgimento, a sedici anni si sposò con il principe Emilio Borbiano di Belgioioso d’Este. Fin da giovane mise tutto il suo impegno e la sua cultura a disposizione della causa italiana. Dopo essersi separata dal marito si trasferì in Svizzera, soccorrendo i profughi lombardi e finanziando la spedizione dei Savoia (1834). Tornata per un breve periodo in Italia, fu ben presto esiliata a Parigi, dove fondò “La Gazzetta italiana” e dove accolse i patrioti italiani. Nel 1848 sbarcò a Napoli; quindi fu a Milano e ancora a Roma, impegnata nella cura dei feriti durante l’assedio.

Dopo un viaggio in Oriente pubblicò nel 1860 la “Storia della casa di Savoia”, in lingua francese. Maria Montessori (1870-1952), pedagogista ed educatrice italiana, fu la prima donna in Italia a conseguire la laurea in medicina dedicandosi alla cura dei bambini con problemi psichici. Nel 1906 fondò la Casa dei bambini, destinata ai figli delle famiglie operaie di Roma. Ostile al fascismo, lasciò l’Italia nel 1936 e seguì il fiorire delle scuole montessoriane (tuttora esistenti), in cui tutto è a misura di bambino, in varie parti del mondo.

Alma Sabatini, femminista, fu studiosa e critica del linguaggio. Lasciò il Partito Radicale per fondare, nel 1970, il Movimento di Liberazione della Donna (Mld). Nel 1985, divenuta membro della Commissione Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, denunciò la falsa neutralità nel linguaggio italiano. Nel 1987, la Presidenza del Consiglio pubblicò le sue ricerche: “Il sessismo nella lingua italiana” e “Raccomandazioni per un uso non sessista nella lingua italiana”, ancora vivi e pressoché inapplicati ancor oggi. Morì il 12 aprile 1988 in un incidente automobilistico insieme al marito Robert Braun.

Se, infine, le strade lodigiane già riportano in gran misura artisti di chiara fama maschili, vale senz’altro la pena ricordare, tra le grandi, la pittrice Artemisia Gentileschi (Roma, 8 luglio 1593 – Napoli, 1653), che seppe guadagnarsi fama europea in un contesto molto difficile; oppure la scrittrice e traduttrice Grazia Deledda (Nuoro, 27 09 1871 – Roma 15 08 1936), vincitrice, nel 1926, del premio Nobel per la Letteratura.

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