By Published On: 26 Luglio 2023Categories: Cronaca, Primo Piano

Grandine e stravento. Colpite oltre il 50% delle imprese agricole

Grandine e stravento. Colpite oltre il 50% delle imprese agricole. Pacchiarini: “Stato di calamità e riflessione sui consorzi di difesa»

(Lodi, 26 luglio 2023) – Superano il 50% le imprese agricole associate a Confagricoltura nei territori di Milano, Monza Brianza e Lodi seriamente danneggiate dalla grandine e dallo stravento che nei giorni scorsi hanno investito le colture di tutte le tipologie, dai cereali all’ortofrutta, ma anche le strutture, in particolar modo nel Milanese. Da parte dell’organizzazione agricola interprovinciale è in corso in queste ore una ricognizione puntuale, anche ai fini dell’apertura dei sinistri, che potrà fornire in seguito un quadro più preciso della situazione. E proprio dal Comune di Milano è arrivata nella giornata di martedì 25 luglio anche una richiesta formale trasmessa alle aziende agricole del DAM (Distretto Agricolo Milanese) di supporto alla Protezione civile nelle attività di sgombero e pulizia delle aree cittadine più colpite.

«Confagricoltura ha già offerto la disponibilità alla collaborare, stimolando l’intervento dei soci. Attendiamo a questo punto solo la formalizzazione dell’incarico», spiega il presidente di Confagricoltura Francesco Pacchiarini che passa poi a commentare gli effetti dei violenti nubifragi: «I danni sono enormi. Difficili da quantificare le ricadute economiche immediate e ancora di più quelle sulla disponibilità del prodotto».

Tra gli agricoltori alle prese con la conta delle perdite c’è l’azienda cerealicola di Emanuele Parapini, a Settala: «Il danno maggiore, quantificato dal nostro perito in circa 250mila euro, è stato riportato dal nuovo capannone di stoccaggio delle colture, completamente distrutto. Avevamo finito di pagarlo a marzo, dopo tre anni. Oltre che sulla specifica attività bloccata, prevediamo ripercussioni sull’intera economia aziendale, perché saremo costretti a rimandare altri investimenti già in programma. A questa situazione si aggiunge l’annata siccitosa del 2022 e la perdita del raccolto con punte del 90% nel nostro caso. Le prospettive degli eventi climatici estremi ci preoccupano molto, anche alla luce dei cambiamenti introdotti dalla PAC che limitano la scelta dei seminativi: le aziende infatti, soprattutto gli allevamenti vocati all’autoconsumo, faticheranno a organizzare le rotazioni, rischiando di trovarsi senza prodotti, o con foraggi di pessima qualità».

Anche Stefano Sacco, nelle sue aziende di Buccinasco e Corsico, denuncia ingenti danni ai terreni coltivati a mais e scoperchiature di capannoni: «Fenomeni del genere non hanno mai interessato le nostre zone, se non in modo sporadico, ma la frequenza e l’estensione sono ormai completamente cambiati: negli ultimi giorni è stata travolta, con intensità omogenea, un’area decisamente ampia, dal Piemonte alla Lombardia al Veneto. Circa il 50% delle nostre coltivazioni ha subito conseguenze serie, ma l’entità delle perdite potremo stimarla solo valutando l’effettivo decadimento della qualità del prodotto. Degli alberi ultracentenari presenti nelle aziende, solo la metà è sopravvissuta».

Da Pacchiarini arrivano infine rassicurazioni sull’impegno dell’organizzazione in tutte sedi istituzionali per richiedere lo stato di calamità, ai sensi del decreto legislativo 102/2004: «La priorità è garantire alle nostre imprese i ristori, ma la nostra riflessione in questo momento si allarga anche alla necessità di una revisione dell’azione dei consorzi di difesa delle produzioni agricole per ottenere polizze assicurative più adeguate alla tutela dei nuovi rischi».

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