By Published On: 27 Aprile 2016Categories: Attualità

Giubileo del Lavoro. Vescovo: «Priorità nella priorità sono i giovani»

vescovo di lodi

Il Vescovo Mons. Maurizio Malvestiti durante la conferenza stampa di oggi

Vescovo di Lodi
Lodi – Stamani il Vescovo di Lodi, Mons. Maurizio Malvestiti, ha incontrato la stampa a Palazzo vescovile, in occasione del
l’imminente appuntamento della Festa del lavoro del 1 maggio e della veglia con Santa Messa per il mondo del lavoro.

Vescovo di Lodi
Nel Lodigiano il lavoro continua a mancare, la crisi persiste e i giovani sono quelli che più accusano. In questo contesto il vescovo di Lodi, Maurizio Malvestiti ha invitato tutti i lavoratori con le rispettive famiglie a partecipare al Giubileo del Lavoro, l’evento religioso è previsto per venerdì 29 aprile alle ore 20:45: nel Cortile dei Canonici a Lodi si terrà il ritrovo per il passaggio nella porta della misericordia e a seguire la celebrazione della Santa Messa in Duomo. «Dobbiamo pregare insieme, perché il lavoro è condizione indispensabile per il pane quotidiano, quel pane che citiamo nel Padre Nostro», ha sottolineato Malvestiti invitando le associazioni e le organizzazioni, oltre alla società civile, a contribuire nella ricerca di progetti concreti per il rilancio del lavoro, soprattutto dei giovani, di quella generazione a «cui dobbiamo lasciare un domani, ma sempre coinvolgendoli e considerandoli attori fattivi del presente quali sono». Il vescovo ha poi dedicato una citazione speciale alle «donne, impegnate nel lavoro, in famiglia e nella comunità». Vescovo di Lodi

Vescovo di Lodi
«Prima della fine dell’anno giubilare è necessario tradurre la nostra attenzione per il mondo del lavoro in progetto concreti e significativi», la considerazione e l’auspicio di don Peppino Barbesta, fondatore del Movimento dei Lavoratori Credenti. Anche Michele Fusari di MCL e Giovanni Grazioli delle Acli, hanno assicurato il loro sostegno per raggiungere tale obbiettivo.


Di seguito pubblichiamo l’intervento integrale del vescovo:

Vescovo di Lodi
Benvenuti. Sono lieto di inaugurare la formula comunicativa delle conferenze stampa, in un contesto di semplice familiarità, nella casa vescovile per il giubileo del lavoro.

Lo stile della sua celebrazione sarà pure improntata alla semplicità: accoglienza nel cortile dei canonici, passaggio per la porta della misericordia e santa Messa.

Invito a parteciparvi tutti i lavoratori e le lavoratrici, i datori di lavoro, e quanti sono in questo vasto mondo impegnati a vario titolo, con le rispettive famiglie. Certo è un venerdì sera e forse il fine settimana tenta un poco alla divagazione o a stare in famiglia.

Rivolgo perciò un appello “molto familiare” a questo incontro col Signore e tra noi per pregare insieme. Alla sua grazia non manchi di aggiungersi l’impegno di tutti per custodire ed anzi incrementare il lavoro, indispensabile bene perché condizione del pane quotidiano, che chiediamo almeno tre volte al giorno (nella Messa, nelle lodi e nei vespri) noi vescovi e sacerdoti, coi religiosi, col Padre Nostro (la preghiera più umana e più cristiana), recitata anche da tanti laici e laiche ogni giorno.

Vorrei sottolineare l’invito alle lavoratrici anche perché è la festa della patrona d’Italia, Santa Caterina da Siena, il 29 aprile. Siamo in dovere – ed è convinzione sicura – di affermare che l’apporto delle donne al lavoro è straordinario, specie tenendo della ulteriore dedizione familiare che lo precede, lo accompagna e lo segue.

Il lavoro è uno dei tre sentieri che ho indicato nella prima festa di san Bassiano, come nell’Itinerario Pastorale dal titolo “Nello Spirito del Risorto” e nella Lettera Giubilare, insieme alla famiglia e ai giovani. Tre sfide inscindibili che ci consentono di essere poi accoglienti verso le povertà dei lodigiani, in numero considerevole senza lavoro e casa, e di quanti vengono da lontano per sopravvivere con un po’ di dignità, sfuggendo a violenze e miseria. Miseria, materiale e spirituale, ecco ciò che la misericordia facendoci guardare al cuore trafitto del Crocifisso Risorto vuole aiutarci a vincere.

Il mio appello si rivolge soprattutto ai responsabili della società civile perché ogni cura sia riservata alla garanzia del lavoro, unendomi alla voce di papa Francesco e di tutta la chiesa, nella odierna congiuntura mondiale tanto delicata.

Seri e profondi sono i cambiamenti del contesto lavorativo, proprio nel lodigiano: terra di sempre sicura laboriosità e solidarietà, per la quale auspico le migliori terapie, cominciando da quelle nostre, che pongano sempre la persona al centro, quale vero profitto da perseguire.

Priorità nella priorità sono i giovani. L’ho evidenziato nell’omelia di san Bassiano 2015. Permettetemi un solo passaggio.

A sostegno delle famiglie e dei giovani, dedico anche la prima festa di san Bassiano, incoraggiando ogni sforzo per creare lavoro. La sua perdita, talora rapida, e la marginalità anche estrema che ne consegue, interpellano lo spirito di solidarietà e sussidiarietà tanto radicati nel tessuto locale perché nulla rimanga intentato… Non ci è dato di gestire la crisi globale. Lo sappiamo. Ma il principio di gratuità e di fraternità, con indomita fantasia, può sempre suscitare sinergie a favore del lavoro da garantire a tutti, cominciando dai giovani, e perciò destinando ad essi le migliori opportunità formative e occupazionali. Non sono un problema, mai, i giovani. Sono una risorsa, sempre! Formano fin da ora quella società plurale, che avanza. Aperta, cioè, ad un intreccio di lingue e tradizioni culturali e religiose mai prima esperimentate e chiamata all’accoglienza nel superamento di ogni discriminazione o esclusione. La prudente e lungimirante cautela per la sicurezza è d’obbligo: grave è la recrudescenza della violenza a livello mondiale. Ma il domani sarà sicuro solo se i giovani di oggi saranno considerati un vero laboratorio interculturale e posti in grado di esercitare tale missione con una formazione e una professione rispondenti alle capacità, alle abilità acquisite con fatica e alle sfide del tempo. Possiedono, ovviamente, una esperienza incompleta. Debbono saper attendere. Ma possono contare (e noi con loro!) sull’entusiasmo e la carica di novità, scevra da ogni pregiudizio, che li distingue per neutralizzare timori e contrasti che talora bloccano gli adulti.

Per il lavoro non facciamo attendere i giovani eternamente nella precarietà.

Ringrazio i partecipanti a questa iniziativa e aspetto tutti venerdì sera con anticipata riconoscenza e gioia di famiglia. Buon giubileo.

+Maurizio, vescovo di Lodi

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