By Published On: 6 Dicembre 2012Categories: Attualità

Nuovo Piano faunistico venatorio alla stretta finale. Boneschi: “Strumento strategico per il Lodigiano”

L’iter per l’adozione del nuovo Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Lodi ha fatto un ulteriore passo in avanti. Dopo che nella seduta del 29 novembre la Giunta provinciale ha preso atto della proposta arrivata dal Dipartimento Agricoltura e Ambiente rurale, tutta la documentazione del Piano, che è sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica, da oggi, 6 dicembre 2012, è a disposizione del pubblico per le osservazioni, che possono essere presentate entro il termine di 60 giorni, non oltre il 4 febbraio 2013. Il materiale è disponibile presso gli uffici provinciali e sul sito della Provincia www.provincia.lodi.it  tramite il banner “Piano Faunistico Venatorio”. Sarà anche accessibile sul portale della regione SIVAS (Sistema Informativo per la Valutazione Ambientale Strategica), raggiungibile all’indirizzo internet www.cartografia.regione.lombardia.it/sivas.

“Si tratta di un passaggio importante – spiega l’Assessore provinciale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Matteo Boneschi – perché dopo una lunga e approfondita gestazione, che ha coinvolto tutti i soggetti interessati alla materia sul territorio e naturalmente tecnici ed esperti, e dopo attenti e numerosi confronti, adesso il documento affronta la Vas. Il Piano Faunistico-Venatorio Provinciale rappresenta il principale strumento di programmazione per la gestione della fauna e dell’attività venatoria sul territorio. Attraverso di esso vengono individuate le aree dove è possibile svolgere attività venatoria e dove, per particolari caratteristiche ambientali, è più opportuno tutelare invece la fauna selvatica. Come si capisce – prosegue l’Assessore Boneschi – è di importanza strategica per il Lodigiano e rappresenta una revisione del vecchio Piano approvato nel 2003 e ancora oggi in vigore. Da allora diverse cose sono cambiate nell’ambiente lodigiano e soprattutto nella conoscenza e nella consapevolezza del patrimonio naturale che ci circonda, e non si può non prenderne atto”.

Infatti, ai fini della revisione, sono stati effettuati:

– un ricalcolo del territorio agro-silvo-pastorale (TASP) inteso come territorio dal quale sono scorporate tutte le aree urbanizzate e che può essere quindi interessato da una pianificazione faunistico-venatoria. Questo conteggio è stato effettuato con sistemi computerizzati che garantiscono una notevole definizione. Si è rilevata una diminuzione di TASP del 3% circa rispetto al vecchio Piano, dovuto sia all’aumento delle aree urbanizzate e delle infrastrutture, sia al metodo di calcolo più preciso e attendibile;

– censimenti di dettaglio delle specie di particolare interesse venatorio o gestionale (lepre, coniglio selvatico, minilepre, volpe, fagiano, pernice rossa, cornacchia grigia, gazza, cormorano) con la collaborazione del Corpo di Polizia Provinciale, delle guardie del Servizio Volontario di Vigilanza, molti volontari di Associazioni Venatorie e Piscatorie e del Gruppo Ricerche Ornitologiche Lodigiane.

“Sulla base di questi dati e di un’analisi dell’uso attuale del suolo – chiarisce Matteo Boneschi –  sono stati rivisti gli istituti venatori del territorio a partire dai confini degli Ambiti Territoriali di Caccia. Sono stati mantenuti due ambiti, Laudense Nord e Laudense Sud, ma è stato rivisto il loro confine per renderlo più adeguato e funzionale agli obiettivi di Piano. Si è proposto un nuovo assetto degli Istituti di Protezione che vede l’istituzione di nuove zone, la modifica di alcune e la revoca di altre che presentano caratteristiche non più idonee alle finalità per cui erano state istituite”.

Nel dettaglio:

  • una nuova Oasi di protezione nella zona di Comazzo – ampliamento dell’oasi di Castelnuovo Bocca d’Adda in corrispondenza dell’oasi di Pinedo in Provincia di Piacenza – revoca dell’oasi di Muzza morta;
  • per le Zone di Ripopolamento e Cattura, la proposta di 13 ZRC: Castiraga, Mairago, Ossago, Borghetto, Orionella riconfermate (già presenti nel vecchio Piano e non modificate), mentre altre 6 zone vengono modificate nei confini. Vengono inoltre istituite due nuove Zone: San Sisto e Ballottino;

Nel Piano vengono dettagliate indicazioni gestionali per i vari Istituti, così da migliorarne l’attività:

– Delle 179 specie di Uccelli e Mammiferi ritenute di interesse prioritario per il territorio provinciale, nel Piano ne sono state individuate 70 per le quali sia possibile intraprendere iniziative di carattere gestionale attuabili da parte dei soggetti a vario titolo coinvolti nell’applicazione del Piano. Per ogni specie/gruppo faunistico, sono stati individuati dei criteri di conservazione, gestione e monitoraggio; nel caso di specie di interesse venatorio, indicazioni per l’attuazione del prelievo;

– Vengono previsti criteri per la realizzazione di interventi di riqualificazione faunistica e ambientale, finalizzati alla tutela e il ripristino degli habitat naturali (con particolare riferimento alle zone umide) e alla salvaguardia e all’incremento della fauna selvatica, ad esempio:

  • gestione e cura dei boschi lungo le rogge e degli impianti arborei artificiali, piantumazione e conservazione di siepi, boschetti e filari;
  • salvaguardia della fauna selvatica durante le operazioni colturali;
  • ripristino e mantenimento zone umide (compresi prati marcitoi e allagamento temporaneo di risaie e di stoppie di riso, recupero di fontanili e risorgive);
  • colture a perdere.

Il Piano, inoltre, recepisce i contenuti del “Protocollo tecnico pluriennale tra la Provincia di Lodi e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) di limitazione dei danni arrecati da specie selvatiche problematiche (2012-2016)” approvato dalla Giunta Provinciale il 10 maggio scorso. In questo documento vengono ribaditi alcuni criteri di base quali l’utilizzo di sistemi e modalità che garantiscano la massima selettività ed efficacia d’azione, nonché il minor disturbo possibile nei confronti delle specie non bersaglio e il ricorso ove possibile a metodi di dissuasione cosiddetti ecologici.

“Come ho detto, il Piano è uno strumento di grande importanza non solo per l’attività venatoria ma per la conoscenza e la protezione dell’ambiente naturale lodigiano – conclude l’Assessore Boneschi -. L’auspicio è che anche in futuro possa essere confermata la grande attenzione che questa Amministrazione provinciale ha sempre manifestato nei confronti della salvaguardia del territorio e delle sue peculiarità Purtroppo le ultime decisioni del Governo su spending review e accorpamento delle Province vanno in una direzione diversa”.

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