By Published On: 15 Marzo 2017Categories: Attualità

La musica, il deficit d’attenzione e iperattività

 

L’ADHD anche detto Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività è uno dei disturbi neuropsichiatrici più frequentemente riscontrati nell’età evolutiva ed  è fondamentale familiarizzare con la sua fenomenologia, in modo da intercettarlo il più anticipatamente possibile ed avviare quanto prima un trattamento adeguato, al fine di garantire il miglior adattamento e la più alta qualità della vita. L’ADHD non si cura ma può essere trattato al punto in cui il soggetto affetto arriva a condurre un’esistenza piena ed appagante con un livello di difficoltà minimo. In genere, i sintomi di ADHD si presentano nella prima infanzia ma possono essere difficili da distinguere dall’impulsività, disattenzione e comportamento attivo che è tipica per i bambini di età inferiore ai quattro anni. Il deficit dell’attenzione è un problema neurologico che interessa il bambino fin dai primi mesi di vita, che si protrae nell’infanzia, nell’adolescenza e nell’età adulta. Può presentarsi in associazione all’iperattività e in questo caso si parla di deficit dell’attenzione con iperattività. Le caratteristiche distintive sono rappresentate da difficoltà di attenzione, impulsività e iperattività, questi tre elementi possono essere presenti in proporzione variabile. Non esistono due bambini con deficit dell’attenzione con le stesse identiche caratteristiche, ad esempio, un bambino può avere difficoltà a concentrarsi ed essere impulsivo senza essere iperattivo. Nella fase di valutazione iniziale è importante l’analisi del comportamento del bambino e la sua storia familiare. Malgrado nella terminologia clinica venga usato il termine “disturbo”, va precisato che buona parte di questi bambini, se aiutata tempestivamente con interventi educativi, riesce ad avere una vita scolastica e sociale proporzionata. La musica, in generale svolge tre funzioni importanti: emoziona, in quanto è in grado calmare e di rilassare le persone che la ascoltano; evoca ricordi in quanto ha il potere di far riemergere in chi la ascolta, dei ricordi legati ad un evento o ad un momento particolare della loro vita ed infine ha un potere educativo, in quanto riesce ad insegnare alla persona i tempi giusti del dialogo e il ritmo del linguaggio. La musica è un mezzo espressivo potente ed efficace, a tutti succede di provare emozioni ascoltando un brano musicale. L’ interesse per la musica dei bambini iperattivi è notevole. Altri elementi significativi nel comportamento di bambini affetti da ADHD (Attention Deficit and Hyperactivity Disorder” sono rappresentati da:

  1. difficoltà di rispettare il proprio turno nella comunicazione
  2. volontà di cambiare continuamente attività, specie se si incontrano difficoltà nel portare a temine la consegna.

L’esperienza del linguaggio emotivo della musica è invitante per tutti: l’esistenza stessa delle melodie procura sicurezza, induce ad usare espressivamente il corpo e la voce; le strutture ritmo-melodiche divengono così un ordine che favorisce il controllo e la coordinazione dei movimenti, oltre che una base d’esperienza per lo sviluppo dell’integrazione, sia individuale che sociale. Il deficit dell’attenzione influenza la sfera familiare, scolastica e sociale del bambino. Nell’ambito familiare, i bambini con queste caratteristiche sono alla continua ricerca di attenzione, dimenticano facilmente le richieste, perdono costantemente le loro cose, sono disorganizzati e sempre in movimento. A volte mangiano e dormono poco, possono presentare forme allergiche e sensibilità alla luce e ai suoni. Hanno difficoltà ad andare d’accordo con fratelli e sorelle e con i coetanei, si sentono demoralizzati con facilità e si oppongono ai cambiamenti delle loro abitudini.
Gli interventi più efficaci nel migliorare la serenità familiare sono basati sull’acquisizione e il miglioramento delle abilità sociali da un lato e sulla modificazione del comportamento dall’altro. Nel campo scolastico i bambini con deficit dell’attenzione evidenziano spesso difficoltà di apprendimento, come deficit di memoria a breve termine, problemi di coordinazione, calligrafia illeggibile, difficoltà di linguaggio, di lettura, ortografia, calcolo, problemi di elaborazione delle informazioni visive e uditive. La memoria a breve termine ricopre un ruolo importante nell’apprendimento, la sua compromissione porta a difficoltà di acquisizione di nuove informazioni rendendone problematica la ritenzione e di conseguenza l’apprendimento. Sono comuni in questi bambini difficoltà di elaborazione di informazioni visive ed uditive, causate da un funzionamento inefficace del sistema nervoso centrale. Le informazioni verbali “entrano da un orecchio ed escono dall’altro”, mentre quelle visive si traducono in errori di copiatura ed omissioni delle ultime sillabe di una parola e delle ultime parole di una frase durante la lettura. L’uso di espressioni verbali e scritte molto semplici sono un’ulteriore conseguenza di un deficit nella memoria a breve termine. Più del 60% dei bambini con disturbo da deficit dell’attenzione presenta difficoltà nelle fasi iniziali di produzione del linguaggio, come problemi di articolazione, balbettio, costruzione delle frasi molto semplice (uso improprio della sintassi e della grammatica, dei sostantivi, dei verbi, degli aggettivi, degli avverbi) ed errori nel posizionamento di lettere in una parola o di parole in una frase (per esempio: “psighetti” invece di “spaghetti” o “Io palla prendo” invece di “Io prendo la palla”). La comprensione del linguaggio avviene in modo corretto, ma la capacità di espressione non è ottimale. Difficoltà nella produzione del discorso sono tipiche di bambini in età prescolare, mentre i disturbi del linguaggio sono evidenti in bambini in età scolare. Sono spesso presenti problemi di coordinazione, come nell’equilibrio, postura, lanciare, calciare, afferrare, allacciare le scarpe, abbottonarsi, scrivere e disegnare. Queste difficoltà richiedono un costante esercizio quotidiano per essere contrastate. Il bambino non riesce a mantenere l’attenzione abbastanza a lungo da elaborare e trattenere correttamente le informazioni uditive, per questo sono spesso presenti lacune nell’acquisizione delle abilità di base. Interventi mirati a migliorare il funzionamento del bambino nelle aree considerate sono estremamente importanti per il bambino. In ambito relazionale i bambini con deficit dell’attenzione sono spesso poco abili socialmente. La scarsa padronanza delle regole esplicite ed implicite della comunicazione impedisce la corretta interpretazione dei messaggi non verbali. Farsi degli amici e mantenere con loro delle relazioni soddisfacenti diventa spesso difficile. La scarsa tolleranza alle frustrazioni è il motivo che spiega il frequente comportamento capriccioso e la facilità con cui il bambino mette il broncio. Sono spesso presenti inflessibilità ed incapacità di adattarsi ai cambiamenti, tanto pronunciate da impedire la presa di decisioni e la loro attuazione.
In questi bambini i problemi di autostima sono influenzati sia da fattori primari sia secondari. Inizialmente non sviluppano un appropriato concetto di sé ed hanno difficoltà di relazione con i familiari e con i coetanei. La mancanza di successi scolastici, sportivi e sociali peggiora le difficoltà iniziali del bambino aumentando il rischio di essere facilmente influenzato dagli altri durante l’adolescenza. Il farsi guidare e trascinare dal gruppo dei coetanei aumenta la probabilità di trovarsi in situazioni problematiche. Sentimenti di inadeguatezza, ansia e depressione sono, pertanto, conseguenze possibili. L’ADHD è una malattia complessa ed è il risultato di geni multipli interagenti.

I fattori ambientali che possono aumentare la probabilità di avere ADHD sono:

  • l’esposizione al piombo o pesticidi nella prima infanzia
  • parto prematuro o basso peso alla nascita
  • danno cerebrale

Gli scienziati continuano a studiare l’esatta relazione tra l’ADHD e fattori ambientali.

In precedenza, gli scienziati credevano che lo stress materno e il fumo durante la gravidanza potessero aumentare il rischio per l’ADHD, ma recenti prove pongono in discussione questa convinzione. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche e verifiche per determinare se vi sia un legame o meno.

I seguenti fattori possono aggravare i sintomi ADHD per alcuni bambini:

  • guardare troppa televisione;
  • mangiare zucchero;
  • stress familiare (povertà, conflitti familiari);
  • esperienze traumatiche.

I sintomi di ADHD possono aumentare il conflitto familiare, ma anche se lo stress familiare non causa ADHD, può cambiare il modo con cui l’ADHD si presenta e causare ulteriori problemi come il comportamento antisociale.

L’ interesse per la musica dei bambini iperattivi è notevole. Essa può occupare un posto importante nel processo di educazione e abilitazione per tutti i soggetti con disturbi dell’ADHD. Ricordo che la musica è l’alternanza di suoni e di silenzi. Proporre un’esperienza per questi bambini con l’utilizzo di strumenti a percussione, per dialogare attraverso sequenze ritmico – sonore fra due o più persone, inizialmente senza schemi rigidi e con tempi musicali che fanno parte della propria natura, è un buona partenza per abituarli a produrre suoni e silenzi in momenti precisi. Suonare una semplice melodia come “Fra Martino campanaro” con uno strumento didattico, iniziando con un tempo veloce per poi rallentare sempre più muovendosi anche nello spazio, è senza dubbio un motivo di gratificazione e distensione da parte del ragazzo. L’utilizzo della musica per soggetti con disturbi dell’ADHD, nel tempo gestisce meglio le azioni motorie e contribuisce a migliorare l’attenzione più a lungo.

Santino Camonita

 

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