By Published On: 16 Novembre 2016Categories: Attualità

Fiera di Codogno. «Territori di eccellenza come questo sapranno dire la loro»

fiera-codogno-23“Un evento che e’ tradizione, che l’amministrazione vuole trasformare in un elemento di prospettiva. Nonostante il momento per la filiera zootecnica sia stato probabilmente il peggiore. Ma e’ l’unica di questo territorio; serve ora mettere a punto qualche visione di insieme. E il dibattito, qui, deve esserci e dare spazio a cio’ che e’ utile per il territorio. Le dinamiche future ci dicono che servira’ un passaggio fondamentale: quelli che resisteranno e avranno l’imprenditorialita’ dalla loro avranno un futuro radioso. Consumo di prodotti di qualita’ ed export saranno fattori determinanti per cui territori di eccellenza come questo sapranno dire la loro”. Lo ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava intervenendo all’inaugurazione della 226 esima Fiera agricola autunnale di Codogno (Lo). Una manifestazione storica, particolarmente sentita dal territorio e che quest’anno ha completato tutti gli spazi espositivi. Alla presentazione sono intervenuti, tra gli altri, insieme al sindaco Francesco Passerini, il presidente della provincia di Lodi, Mauro Soldati, il presidente della camera di commercio Carlo Gendarini.

E proprio rispondendo a una sollecitazione del numero uno camerale, Fava si e’ chiesto ironicamente:”Noi esporteremmo prodotti di grande valore? Pagare 4 euro al chilo un formaggio di importazione tedesca e prenderne 6,70 vendendo il Grana sul mercato indiano vuol dire che qualcosa nel sistema non funziona.

Avere da un lato una cosa indefinita, e dall’altra tempi lunghi di stagionatura, regole, modalita’ particolari di alimentazione bovina ci dicono che questo differenziale di prezzo e’ ingiusto. Il prezzo giusto lo si impone al mercato con una promozione e una organizzazione per l’export serie”.

SISTEMA DA ORGANIZZARE – “Questo e’ uno dei territorio dove manca, e’ carente la trasformazione del latte -ha proseguito l’assessore regionale -;  gli allevatori hanno guardato al mercato esterno, e poco all’idea di organizzare il sistema per far si’ che si potesse intercettare il valore del trasformato.

Quando vedo alcuni dati, mi rendo conto che l’andamento del mercato non e’ uguale in tutta la Lombardia. Qui la propensione all’investimento e’ crollata, mentre da altre parti e’ notevole: qui hanno verticalizzato la filiera, altri sono arrivati alla distribuzione mentre qui si e’ lavorato a compartimenti stagni”.

PROMOZIONE E SPECIALIZZAZIONE – “Ora, in una fase positiva di mercato spot, sembrano tutti contenti – ha aggiunto Fava –  ma noi facciamo il 44% del latte nazionale e Lodi, una delle capitali del latte, e’ un po’ appannata, non ha fatto questo passo necessario in una logica di filiera necessario per andare a intercettare il valore. Gli strumenti del Psr sono li’ anche per questo, per trovare produttori che possano seguire al massimo il corso del valore della materia prima fin nel momento in cui viene realizzato il profitto. Ma questo non e’ avvenuto dappertutto. Dunque, organizzazione e promozione possono dare slancio anche a questo territorio, che vuole rinnovarsi fornendo qualcosa di nuovo al territorio: serve anche piu’ specializzazione. Noi saremo a fianco di questo tentativo, ma servono politiche serie che non esimono l’imprenditore dal fare le scelte e dall’assumersi responsabilita’ con idee e proposte”.


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