By Published On: 4 Ottobre 2019Categories: Attualità

Ex Curioni, Baffi chiede audizione urgente per rischio esuberi

Regione Lombardia convochi in Commissione un’audizione urgente con i sindacati, Assolombarda, la Provincia di Lodi e il Comune di Galgagnano in merito agli annunciati esuberi – 60 su 83 dipendenti – dell’ex Officine Curioni, oggi di proprietà della multinazionale Barry-Wehmiller. Lo ha chiesto ufficialmente con richiesta scritta al Presidente della IV Commissione questa mattina Patrizia Baffi, consigliera regionale, vicecapogruppo del PD e componente della Commissione Lavoro e attività produttive, che dichiara: “Nell’esprimere la mia solidarietà a tutti i lavoratori e a tutte le famiglie colpite dalla notizia dei possibili licenziamenti non posso nascondere la preoccupazione per quello che sta avvenendo nel nostro territorio. La ex Officine Curioni, storica azienda che produce scatole in cartone ondulato di piccole dimensioni e una linea per la fabbricazione dei quaderni, e che nel 2016 è stata rilevata dalla multinazionale americana Bw Papersystems, è infatti la terza azienda, dopo Nilfisk e ABB, che abbandona il lodigiano nell’arco di pochi mesi”.

“Regione Lombardia, in sinergia con il Ministero dello Sviluppo Economico e con le amministrazioni locali, deve mettere in campo ogni possibile sforzo per scongiurare la chiusura dell’ex Officine Curioni. Nel caso invece non fosse possibile invertire il processo in corso, chiedo che Regione Lombardia si adoperi nel più breve tempo possibile con politiche attive adeguate tali da favorire una ricollocazione immediata per tutte le persone coinvolte  – spiega la consigliera Patrizia Baffi – Non possiamo permetterci di perdere, senza lottare, le realtà produttive che hanno fatto la storia dei nostri territori. L’ossatura di questa regione, e del Paese, è fatta di tante micro e piccole medie imprese, non solo di grandi industrie. Per questo mi auguro, per i lavoratori e per noi lodigiani, che si riesca a invertire il corso di una trattativa che pare già scritta”.

 

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