By Published On: 20 Giugno 2016Categories: Politica

La voglia di cambiamento nel voto amministrativo di giugno. A San Giuliano Milanese storico ribaltamento del centro-destra

 

Il voto amministrativo ha cambiato la geografica politica e amministrativa nelle grandi e piccole città dove si è votato. Clamorose inversioni di rotta a Roma e a Torino, passate a 5 Stelle e a due donne sindache per la prima volta, a Varese storico feudo della Lega passato al centro-sinistra, e più vicino a noi, a San Giuliano Milanese, sempre amministrato dalla sinistra e dal centro sinistra, prima dal PCI da solo e poi in alleanza con il PSI e con liste civiche, fin dal dopoguerra. L’aveva scelto Valpreda per sposarsi, attribuendo a questo comune alla periferia sud-est di Milano il riconoscimento di baluardo rosso. Molte cose sono cambiate. Il PD ha già cominciato a discuterne a caldo ieri sera in un commosso e improvvisato intervento del sindaco uscente Alessandro Lorenzano, che ha raccolto al secondo turno 5.649 voti (il 43,06%), di più rispetto al primo turno (4.457 voti, il

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29,13%) ma non sufficienti per contrastare il suo competitore del centro-destra Marco Segala con i suoi 7.470 voti (il 56,94%), più di tremila rispetto al primo turno. Un risultato temuto dal PD e dalle liste civiche che lo hanno affiancato, soprattutto perché si respirava quest’aria di accerchiamento nel paese che ha visto coagularsi intorno al centro destra espressioni delle vecchie rappresentanze politiche di sinistra e liste civiche. Si percepiva quasi nelle narici una ventata di cambiamento, perché si attribuiva alla responsabilità della sinistra la cattiva gestione della società di servizi Genia, una municipalizzata che ha accumulato un debito spaventoso di 75 milioni. Per la verità – come ha battuto Lorenzano nel corso della campagna elettorale – si sarebbero ridotti a 45 grazie ai piani di rientro previsti dalla politica amministrativa sobria e risparmiosa della sua amministrazione. Ma la voglia di cambiamento ha spazzato via la pure meritoria azione di pulizia che era stata avviata dentro il partito e le istituzioni con la espulsione dei responsabili delle gestioni precedenti e la marginalizzazione di altre figure discusse, che poi si sono espresse apertamente a favore del centro-destra. La lista dei 5 Stelle non ha risposto quanto si sarebbe auspicato all’appello lanciato da Lorenzano alla vigilia delle elezioni con la offerta della presidenza del consiglio e lo stesso atteggiamento gli ha riservato la lista alla sua sinistra, ufficialmente rimasta estranea al ballottaggio. Per il PD, che ha contato sull’entusiasmo di molti giovanissimi presenti in lista, comincia l’opera di ricucitura con i cittadini e le realtà economiche e sociali alla riconquista della fiducia perduta.

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