By Published On: 4 Aprile 2016Categories: Politica

Il 43% dei carcerati in Lombardia e’ straniero

“In Lombardia la popolazione carceraria straniera si attesta al 43 per cento a fronte di una percentuale di popolazione straniera totale del 13 per cento. Serve dunque una riflessione molto profonda”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e immigrazione,
Simona Bordonali, chiudendo i lavori di presentazione del rapporto ‘Orim’ sull’immigrazione in Lombardia.
Un altro aspetto su cui l’assessore ha invitato a fermarsi un attimo e’ quello della disoccupazione. “L’integrazione in Lombardia e’ buona, ma sotto il profilo dell’aspetto lavorativo c’e’ molto da fare. Il dato del 26,4 per cento di disoccupazione tra la popolazione femminile immigrata in Lombardia e’ drammatico”.

I MANCATI RIMPATRI SONO UN PROBLEMA – “C’e’ molta preoccupazione
sull’immigrazione irregolare – ha spiegato Bordonali – che e’ in aumento. E’ il risultato del mancato rimpatrio di coloro che richiedono asilo e vedono rigettare la propria domanda”.
I numeri del Viminale dicono che su 153.000 immigrati sbarcati in Italia nel 2015 solo 14.000 immigrati clandestini sono stati
rimpatriati nel proprio Paese di provenienza. Una percentuale minima rispetto ai 70.000 che non hanno nemmeno richiesto asilo,
ai quali vanno aggiunti i 40.000 ai quali non e’ stata riconosciuta alcuna forma di protezione internazionale. “Per permettere una reale integrazione degli stranieri gia’ presenti
sul nostro territorio – ha concluso Bordonali – e’ necessario bloccare nuovi arrivi ed eseguire il rimpatrio di coloro che non hanno diritto a rimanere. Rischiamo di annullare il lavoro di
integrazione fatto finora. Servono accordi internazionali con i paesi che non sono in guerra e da cui arriva la maggior parte
dei richiedenti asilo”.

SISTEMA D’ASILO POCO CREDIBILE – Secondo l’assessore anche il sistema d’asilo e’ attualmente “poco credibile”. I dati sono
infatti “estremamente diversi tra commissione e commissione e fra tribunale e tribunale in sede di ricorso”. L’invito e’ dunque
quello di creare “un’uniformita’ di giudizio”. (Lnews)

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