Guida ai Referendum Abrogativi: 4° – Legittimo Impedimento – Scheda Verde Chiaro
Referendum popolare N° 4 – SCHEDA DI COLORE VERDE CHIARO . Legittimo impedimento.
La situazione
Il quarto quesito referendario ha come oggetto la legge sul legittimo impedimento. Il 7 aprile del 2010 il Parlamento ha approvato una serie di norme temporanee, della durata di 18 mesi, che permettono al presidente del Consiglio dei ministri e ai ministri di rinviare le udienze dei processi che li riguardano ogni volta che, a causa di un “legittimo impedimento”, non possono parteciparvi. Stando al testo della legge, è lo stesso presidente del Consiglio o ministro a decidere se il suo “impedimento” è “legittimo”, dato che nella definizione stabilita dalla legge rientrano “le attività preparatorie e consequenziali” alle attività istituzionali previste dalla legge, nonché “ogni attività coessenziale alle funzioni di governo”.
Lo scorso 13 gennaio la Corte Costituzionale ha modificato il testo della legge sul legittimo impedimento, abrogandone alcune parti e interpretandone delle altre. Di fatto oggi è il giudice e non l’imputato a decidere se i suoi impegni costituiscono un impedimento alla partecipazione all’udienza. E quindi il giudice può contraddire la volontà dell’imputato, considerando i suoi impegni non adeguati a giustificare lo slittamento di un’udienza e facendo andare avanti i processi. Anche in questo caso, quindi, la legge vigente è diversa da quella per cui erano state raccolte le firme per il referendum. Anche in questo caso è cambiata la formulazione del quesito.
Se vince il Sì
In caso di vittoria del Sì, il vuoto legislativo verrebbe colmato da quanto stabilito dal codice di procedura penale, secondo cui “l’udienza è rinviata se sussiste un legittimo impedimento dell’imputato che ha manifestato la volontà di comparire”. Di fatto, a quel punto il presidente del Consiglio e i ministri sarebbero trattati come qualsiasi altro cittadino. In caso di vittoria del No la legge sul legittimo impedimento resterebbe in vigore così come modificata a gennaio dalla Corte Costituzionale.
Le posizioni
I sostenitori del Sì sostengono che, anche a fronte dell’intervento della Corte Costituzionale, l’abrogazione della legge avrebbe un importante effetto simbolico e politico, perché rappresenterebbe il rigetto popolare di una delle leggi ad personam più contestate dall’opposizione al governo Berlusconi.
Come nel caso dell’energia nucleare, anche il fronte del No è stato quasi del tutto svuotato dall’intervento della Corte Costituzionale. I partiti di governo, promotori della legge oggetto del referendum, non hanno ancora dato indicazioni di voto ai loro elettori.
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