Silvio Orlando al Teatro alle Vigne di Lodi
Lodi – Per il quarto appuntamento della Stagione di Prosa del Teatro alle Vigne Silvio Orlando porta a teatro l’ultimo successo della più importante autrice teatrale italiana, Lucia Calamaro.
Giovedì 27 febbraio ore 21 arriva al Teatro alle Vigne (www.teatroallevigne.com, 0371 409.855) Silvio Orlando in Si nota all’imbrunire (Solitudine da paese spopolato). Uno spettacolo scritto e diretto dalla maggiore voce teatrale italiana, Lucia Calamaro.
E con (i.o.a.) Vincenzo Nemolato Roberto Nobile Alice Redini Maria Laura Rondanini
scene Roberto Crea
costumi Ornella e Marina Campanale
luci Umile Vainieri
produzione Cardellino
in collaborazione con Napoli Teatro Festival
in coproduzione con Teatro Stabile dell’Umbria
Biglietti rimasti da € 12 a € 25 acquistabili online sul sito del Teatro (www.teatroallevigne.com) e in biglietteria (lun-ven 17-19).
Informazioni 0371 409855 – www.teatroallevigne.com
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così la critica:
“Lucia Calamaro è la più importante autrice teatrale italiana di questi anni” (R. Palazzi, Il Sole-24 Ore)
“Una commedia piena di grazia, struggimento, ironia” (S. Chiappori, La Repubblica)
“Un dialogo british, piccole rese dei conti quotidiane, empatie, distanze incolmabili, mini isterie, discorsi pinteriani che puntano verso il nulla” (M. Porro, “La Lettura”, Corriere della sera)
“Protagonista uno straordinario Silvio Orlando” (M. Poli, Corriere della sera)
“Bellissimo … l’accordo tra Calamaro e Orlando è straordinario”. (R. di Giammarco, La Repubblica-Robinson)
“Orlando è insuperabile” (C. Tagliabue, Il fatto quotidiano)
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La trama
I figli e il fratello sono arrivati la sera prima. Un fine settimana nella casa di campagna di Silvio, nel villaggio spopolato dove vive da solo da tre anni. Silvio ha acquisito nella solitudine un buon numero di
manie, la più grave di tutte è che non vuole più camminare. Vuole stare e vivere seduto il più possibile. E da solo. Si tratta, per i figli che finora non se ne erano preoccupati troppo, di decidere che fare, come smuoverlo da questa posizione che è una metafora del suo stato mentale: quella di un uomo che vive ‘accanto’ all’esistenza e non più dentro la realtà. Emergono qua e là empatie, distanze e rese dei conti. I familiari sono venuti a trovarlo per il compleanno, che coincide con i dieci anni dalla morte della moglie… C’è da commemorare, da dire, da concertare discorsi. Certo è che, preda del suo isolamento, nella testa di Silvio si installa una certa confusione tra desideri e realtà; senza nessuno che lo smentisca nel quotidiano, la vita può essere esattamente come uno decide che sia. Fino a un certo punto.
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Silvio Orlando, napoletano, che abbiamo visto recentemente nei panni del cardinale Voiello nella serie The new Pope di Paolo Sorrentino, esordisce al cinema nel 1987 con Kamikazen – Ultima notte a Milano, seguito a fine anni Ottanta da Palombella Rossa di Nanni Moretti e Il portaborse di Daniele Lucchetti. I successi al cinema arrivano negli anni Novanta con Sud diretto da Gabriele Salvatores, La scuola di Lucchetti e Ferie d’agosto diretto da Paolo Virzì.
Nel 2000 vince il Nastro d’argento al miglior attore in Preferisco il rumore del mare. Torna a recitare per Moretti ne La stanza del figlio (vincitore della Palma d’oro a Cannes) e ne Il caimano che lo porta a vincere il David di Donatello come miglior attore protagonista. Nel 2008 alla 65ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia è premiato come miglior attore con la Coppa Volpi per il film Il papà di Giovanna di Pupi Avati.
Per il teatro molto intensa è stata l’attività teatrale di Silvio Orlando, per ricordare solo alcuni lavori presentati nell’ultimo decennio: Se non ci sono altre domande di Virzì, Il nipote di Rameau di Diderot (anche regista), Il Mercante di Venezia di Shakespeare (regia Valerio Binasco) e in due testi di Domenico Starnone: La Scuola (regia di Lucchetti) e Lacci (regia Armando Pugliese).
Lucia Calamaro è drammaturga, regista e attrice. Tra i suoi testi teatrali: Guerra (2004), Cattivi maestri (2005), Tumore (2006), Autobiografia della vergogna (2008), Diario del tempo (2014). L’origine del mondo ha vinto 3 premi UBU come miglior nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica. La vita ferma ha debuttato nel 2016 al Festival di Terni ed è stato poi riproposto con grande successo al Teatro India di Roma, al Franco Parenti di Milano e all’Odéon di Parigi. Alcuni dei suoi lavori sono stati raccolti nel volume Il ritorno della madre, a cura di Renato Palazzi (Editoria & Spettacolo 2013). Del 2019 sono Nostalgia di Dio (Einaudi) e Smarrimento; nello stesso anno vince il premio Hystrio alla drammaturgia.
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