Di Pubblicato il: 18 Novembre 2025Categorie: Attualità

Riforma PAC 2028-2034: preoccupazioni, scenari e richieste dal mondo agricolo al convegno di Confagricoltura MILOMB

Alla Fiera di Codogno si alza il livello del confronto sulla futura Politica agricola comune. Nel cuore di una crisi di redditività imprenditoriale, Confagricoltura Milano Lodi Monza Brianza ha riunito istituzioni, rappresentanti del Governo e del mondo produttivo per fare il punto sulla riforma della PAC 2028-2034 e sui rischi di un impianto europeo che, tra tagli annunciati e nuove regole, potrebbe mettere ulteriormente sotto pressione le imprese agricole.

Nella Sala Vezzulli del Polo fieristico, si è tenuto ieri il tradizionale convegno promosso da Confagricoltura Milano Lodi Monza Brianza, nel contesto dell’apertura della Fiera di Codogno, in un contesto segnato dalla forte difficoltà del comparto. Hanno portato i saluti istituzionali il sindaco di Codogno Francesco Passerini, l’assessore regionale ai Trasporti Franco Lucente e la vicepresidente della Provincia di Lodi Luciana Tonarelli.

Il presidente di Confagricoltura MILOMB, Francesco Pacchiarini, ha aperto i lavori: «Il mondo agricolo vive un momento di grande difficoltà, con prezzi stracciati e un reddito che per molti è venuto quasi a mancare. In una situazione del genere, una proposta PAC che introduce ulteriori tagli non è sostenibile».

In un videomessaggio, il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, ha sottolineato «La PAC deve restare una politica comune autentica, senza essere condotta a un fondo nazionale o regionale. Deve restare la PAC di oggi, basata sui due pilastri Feaga e Feasr. In questa prospettiva l’Italia partecipa attivamente ai negoziati europei. Accanto ai temi di governance e risorse non possiamo dimenticare la sfida del commercio agroalimentare globale – ha proseguito -. Noi siamo orgogliosi di esportare e non abbiamo paura di importare, ma non è accettabile sul mercato europeo che vadano in commercio prodotti che non rispettano gli stessi standard. Riteniamo che, per PAC e Mercosur, debbano essere chiare le regole del gioco. La PAC deve essere autonoma così come oggi, e magari incrementata di risorse. Nessuno vuole chiudersi a riccio o ignorare mercati con milioni di consumatori, ma i prodotti che vengono da quei territori devono avere le stesse caratteristiche e rispettare le stesse regole».

Molto atteso l’intervento del presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: «Mai come ora il mercato è difficile e non più prevedibile, segnato da incertezze e instabilità legate alle guerre. Le sfide sono tante. Oggi volevo essere con voi per ribadirvi il nostro impegno». Dopo aver ricordato gli sforzi dell’organizzazione sulla riforma PAC, sulle TEA, sulla stabilizzazione del mercato, sui trattati internazionali e sul taglio del costo del lavoro, Giansanti ha evidenziato: «L’agricoltura rappresenta il 30 per cento del prodotto interno lordo del Paese: buona parte dell’economia oggi si regge sul nostro contributo. Questa Europa non lo sta capendo. La battaglia sulla PAC è la battaglia del futuro, e per questo a dicembre faremo una grande mobilitazione. Senza un settore agricolo oggi non c’è democrazia e non tengono i sistemi sociali».

L’assessore regionale Alessandro Beduschi ha ricordato che «la PAC si è trasformata in una litania abbastanza triste rispetto alla concezione di sostegno al reddito agricolo, lasciandosi andare a una deriva ambientalista incomprensibile, dove in realtà l’ambiente viene tutelato poco». Una deriva che sta causando «perdita di redditività per la categoria, inutilmente penalizzata pur essendo al centro della tutela ambientale». Ha quindi ribadito gli interventi già attivati: «Abbiamo messo in campo 1 miliardo e 200 milioni di euro di sostegni reali alle imprese agricole».

Il presidente della Commissione Finanze della Camera, Marco Osnato, ha richiamato la linea di responsabilità del governo: «Nei rapporti con l’Unione Europea il governo italiano ha dato prova di buon senso. L’agricoltura è un elemento centrale della produzione nazionale ed europea, e deve essere finanziata in quanto tale, non come parte di un sistema più ampio». Ha poi affrontato il tema della legge di bilancio: «Il presidente Giansanti mi ha posto alcune questioni e presenteremo emendamenti mirati: dal potere d’acquisto alla tutela delle imprese».

Cristina Tinelli (Confagricoltura Bruxelles) ha ricordato che, nella prossima Pac, nonostante un aumento del 63% del budget UE, i fondi per l’agricoltura calano del 22,4%, e l’incidenza sul bilancio scende dal 30 al 14%. «Il mondo agricolo è sceso in piazza più volte – ha spiegato – perché vuole mantenere la struttura attuale della PAC. Non è solo una questione economica: il modello tipo PNRR, basato su obiettivi e spesa vincolata, non è adatto all’agricoltura». Sul negoziato Mercosur ha aggiunto: «La trattativa non piace agli agricoltori: abbiamo regole di produzione estremamente restrittive, mentre i Paesi Mercosur hanno margini molto più ampi. Il rischio è l’ingresso di prodotti a prezzi bassissimi che non rispettano i nostri standard».

Infine, Giuseppe Savastano (Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo) ha riportato l’impegno del sistema cooperativo bancario: «Le nostre banche garantiscono un ritorno sul territorio sia negli impieghi sia nella distribuzione delle risorse. Siamo sempre stati vicini al mondo agricolo e continuiamo a esserlo. Investiamo in conoscenza e competenza per approcciare correttamente il settore. Con il progetto Agribusiness puntiamo sulla valutazione reale dell’impresa agricola. Sul tema della mitigazione del rischio stiamo rafforzando l’impegno, con un’attenzione crescente alla prevenzione».