Di Pubblicato il: 3 Novembre 2020Categorie: Appuntamenti e Cultura

Ruote Libere: “La rinuncia delle lezioni in presenze rappresenta il fallimento delle politiche del ministro De Micheli”

“L’introduzione della Didattica a distanza al 100% alle scuole superiori, annunciata oggi dal premier Conte in Parlamento, rappresenta il flop non tanto delle politiche messe in campo dal ministro dell’Istruzione, quanto il completo fallimento delle strategie pensate per il trasporto pubblico dal ministro dei Trasporti. Perchè una cosa deve essere chiara a tutti: i ragazzi italiani non potranno più svolgere lezioni in classe non per problemi legati a contagi in aula, dove tutto sommato le regole del distanziamento vengono rispettate, ma per l’assoluta incapacità di gestire il trasporto scolastico. La Ministro De Micheli a settembre, oltre alla barzelletta dei finestrini delle corriere aperti, aveva annunciato controlli rigidi in salita e discesa dai bus e mezzi pieni non oltre l’80%. Promesse che le foto scattate in queste settimane, con bus strapieni e ragazzi accalcati in piedi, hanno drammaticamente smentito”. A parlare è Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere, raggruppamento di imprenditori dell’autotrasporto. “Il Governo ha avuto 8 mesi, cioè dalla chiusura delle scuole a marzo per il primo lockdown, per pensare a soluzioni che consentissero ai ragazzi di poter raggiungere la scuola senza essere stipati sui bus – continua Cinzia Franchini -. Ebbene, nulla è stato fatto e il risultato è la resa pronunciata oggi dal premier. Il Governo si è arreso e ha annunciato la fine della didattica in presenza dopo averne ribadito in tutti modi l’importanza e a pagare il prezzo di questa bandiera bianca sono i ragazzi che scrupolosamente hanno rispetto le regole con mascherine e distanziamento in aula. Contemporaneamente, sempre oggi, l’annuncio beffa di Giuseppe Conte sull’obbligo di capienza massima non superiore al 50% sui mezzi pubblici, un obbligo che appunto viene interamente scaricato sulla pelle degli studenti. E’ evidente che se gli studenti non andranno a scuola, i mezzi saranno vuoti. Ma questa non può essere una soluzione. Il non sovraffollamento delle corriere non era ottenibile con decreto, era evidente, servivano investimenti veri, potenziamento delle flotte e nuove regole legate alla mobilità urbana. Così non è stato fatto, si sono persi mesi interrogandosi sulla pagliuzza rappresentata dai monopattini elettrici e dai bonus collegati e ci si è dimenticati della trave che stava, colpevolmente, per piombare sulla scuola italiana”.