Di Pubblicato il: 9 Settembre 2025Categorie: Attualità, Primo Piano

Lodi. Il “caso Piarda Ferrari” arriva in Procura: disboscamento e legname conteso

LODI – La Piarda Ferrari finisce sotto la lente della magistratura. Dopo mesi di polemiche e quasi un milione di visualizzazioni sui social, il disboscamento di un ettaro di bosco storico lungo l’Adda, avvenuto tra marzo e aprile, si trasforma in un caso giudiziario. L’attivista Stefano Rotta ha depositato un esposto in Procura, chiedendo che vengano valutati i profili di responsabilità di enti come il Parco Adda Sud e il Comune di Lodi.

I punti contestati

L’esposto, redatto con l’avvocato Matteo Picotti, contesta due aspetti cruciali. Il primo riguarda la legalità dell’intervento. Rotta, pur ammettendo la pericolosità di alcuni alberi, sostiene che la relazione tecnica iniziale prevedesse il taglio di un numero limitato di piante, non un “abbattimento massiccio”. Il secondo punto solleva dubbi sulla gestione del legname: mentre in Commissione Comunale si dichiarava che il materiale fosse stato smaltito come “rifiuto speciale”, l’esposto avanza il sospetto che sia stato in realtà commercializzato dalla ditta che ha eseguito il taglio.

Commissione Comunale divisa

La vicenda ha scatenato un acceso dibattito nelle sedute della Commissione Ambiente e Territorio. Il presidente del Parco Adda Sud, Sergio Curti, ha ammesso una “carenza di comunicazione” ma ha difeso l’operazione come un intervento di sicurezza, non speculativo. L’assessore all’Ambiente del Comune, Stefano Caserini, ha preso le distanze, ribadendo che l’area non è di competenza comunale ma demaniale, e gestita dal Parco.

L’opposizione ha incalzato: la consigliera Eleonora Ferri ha accusato Caserini di non essere intervenuto per bloccare i lavori, mentre Giulia Baggi ha definito l’intervento “approssimativo”, chiedendosi perché l’urgenza di sicurezza riguardasse solo quell’area. Rotta, presente alle sedute, ha richiesto la documentazione che provasse l’avvenuto smaltimento del legname, senza ottenere risposte concrete.

Ora la Procura di Lodi dovrà esaminare i fatti e stabilire se vi siano stati reati nella gestione di un’area verde così importante per la città.