Di Pubblicato il: 1 Ottobre 2025Categorie: Cronaca, Primo Piano

Banda di baby “maranza” tra Lodi e Piacenza: 5 minorenni indagati per rapine e aggressioni

Un frame del video della Polizia

Una banda di giovanissimi, tra le province di Piacenza e Lodi, è finita al centro di un’inchiesta che ha portato a cinque indagati per rapina, estorsione e lesioni. Nella mattinata del 24 settembre, la Squadra Mobile di Piacenza ha eseguito perquisizioni personali e domiciliari nei confronti dei ragazzi, tutti minorenni, accusati di far parte di un gruppo criminale di cosiddetti “maranza” che colpiva ragazzi più piccoli.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il branco si muoveva in gruppo nei luoghi di ritrovo dei giovani, aggredendo le vittime per ottenere denaro o sigarette elettroniche. Non esitavano a ricorrere alla violenza fisica e a riprendere tutto con i cellulari. L’azione del gruppo non si fermava alla strada: i minorenni continuavano a perseguitare le vittime anche sui social network, minacciando nuove aggressioni o la diffusione dei video dei pestaggi per estorcere altro denaro.

Proprio l’attività online dei ragazzi ha permesso agli inquirenti di risalire alle loro identità: l’incrocio dei contenuti social con le banche dati delle forze dell’ordine ha portato a identificarli, sebbene nessuno di loro avesse precedenti di rilievo nel territorio piacentino, fatta eccezione per un ragazzo sorpreso in passato mentre tentava di rubare un’auto. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati i cellulari, ritenuti fondamentali per proseguire le indagini e per individuare ulteriori vittime, molte delle quali potrebbero non aver denunciato per paura delle ritorsioni.

I cinque minorenni sono stati inoltre raggiunti dalla misura di prevenzione dell’avviso orale, provvedimento firmato dal Questore che, grazie alle recenti modifiche legislative, può oggi essere applicato anche ai minori ultraquattordicenni. I ragazzi sono stati convocati insieme ai genitori, a sottolineare il carattere monitorio e l’attenzione delle istituzioni su una vicenda che desta forte preoccupazione anche nel Lodigiano, dove risiedono alcuni degli indagati.