Rilancio del settore suinicolo
Un piano articolato di rilancio per il settore suinicolo, per farlo uscire dalla crisi strutturale in cui si trova da diversi anni, e che in questo periodo è ancor più acuta a causa dell’instabilità delle quotazioni e dei flussi commerciali europei dopo l’allarme diossina in Germania. Lo ha predisposto Confagricoltura che lo ha già inviato all’attenzione del ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan. “Il progetto – spiega il vicepresidente di Confagricoltura, Mario Vigo (in foto) – prevede una serie di proposte di intervento per fronteggiare l’emergenza e per superare la crisi strutturale”. Le proposte di Confagricoltura attengono, per quanto riguarda l’emergenza, a credito, riduzione costi, biosicurezze, tracciabilità, riduzione del costo del lavoro, semplificazione, riprogrammazione produttiva; per quanto riguarda gli interventi strutturali a miglioramento genetico, ricerca, diversificazione produttiva, organizzazione dell’offerta e promozione. “Il settore suinicolo è una realtà di primaria importanza – ricorda il vice-presidente di Confagricoltura – con una filiera che dà occupazione a 70 mila addetti e 10 milioni di capi allevati. Il fatturato complessivo di tutta la filiera è di circa 8 miliardi di euro e le esportazioni ammontano a 900 milioni di euro”. Solo nel Lodigiano si contano oltre 400 mila capi. La situazione in cui si trova la suinicoltura è drammatica, resa ancor più grave dalle vicende tedesche. Arrivano, infatti, nel nostro Paese suini con quotazione di oltre il 35% inferiori della media degli ultimi mesi; con suini pesanti tedeschi offerti sotto l’euro il chilogrammo e lattoni olandesi a ben 10 euro a capo, che fanno crollare ancor più le quotazioni del made in Italy.
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