By Published On: 24 Ottobre 2018Categories: Lettere

Lettere – Associazione Foodever. Street food a Lodi: una polemica innescata dai 5 stelle

Ci dispiace moltissimo, ogni volta, dover controbattere alle polemiche create da chi, evidentemente, non conosce la vita dei lavoratori ambulanti del settore street food, e li contrappone ai commercianti cittadini a sede fissa.  La polemica innescata dai cinquestelle lodigiani, almeno da quanto si può apprendere dagli articoli apparsi sui giornali locali, ricalca ancora una volta quel modo di pensare per il quale, se in un evento si includono anche i lavoratori del nostro settore, si creerebbe un danno agli esercizi commerciali cittadini, come se, d’altro canto, le imprese degli ambulanti non avessero la dignità di pretendere che gli spazi cittadini siano utilizzati anche a loro favore. 

L’associazione FoodEver di ambulanti del settore street food nasce proprio per difendere la dignità , del lavoro degli operatori del nostro settore, pertanto ci pare doveroso rispondere a tono ad articoli come quelli apparsi sui media locali lodigiani e, anche questa volta, far chiarezza sulla questione. 

Intanto si dovrebbe arrivare a conoscere che l’evento organizzato da STREEAT è uno degli eventi più cari in Italia per gli ambulanti, con tariffe e condizioni che mettono spesso in seria difficoltà gli stessi operatori – e su questo stiamo conducendo da tempo una battaglia mirata proprio a rendere il nostro lavoro più sostenibile – comunque, è un dato di fatto che siano proprio gli stessi ambulanti a pagare in larga parte i concerti e gli intrattenimenti presenti in questa tipologia di eventi cittadini. E’ dunque ingiusto scagliarsi proprio su quelli che mettono a disposizione le risorse perchè questi eventi abbiano luogo. 

Non è poi condivisibile, in alcun modo, che si voglia difendere il mondo dei lavoratori, attaccando proprio un gruppo di lavoratori che, almeno in Italia, trova già molte difficoltà. Perchè è comune pensare di molti che un ambulante si possa fermare ovunque ad esercitare la propria attività. In Italia invece non è così: la vendita itinerante è ovunque limitata e spesso addirittura vietata, i posteggi in concessione sono perlopiù in mano a imprese che, grazie alla pratica illegale, ma comunemente tollerata, della vendita delle licenze, creano situazioni di monopolio che limitano l’ingresso ai nuovi operatori, ed in particolare ai giovani. 

Va poi considerato che se lo street food è un fenomeno di moda, tanto da destare preoccupazione da parte di alcuni commercianti e politici, è soltanto perchè il nostro settore si è adoperato per offrire sempre maggiore qualità alla propria clientela, con un’offerta che quindi ha iniziato a piacere ai consumatori. Chi non comprende che la concorrenza si fa sulla qualità dei prodotti offerti, evidentemente non è dalla parte dei consumatori, ma da quella di chi pretende, senza voler fare uno sforzo per migliorarsi e competere sulla qualità. Come ripeto sempre, l’ambulante lavora in un territorio per qualche giorno al mese, di solito, mentre le attività commerciali cittadine su quel territorio hanno modo di lavorare in maniera ininterrotta: quindi, come noi, con la nostra Associazione, diamo modo alle imprese ambulanti lodigiane di lavorare in altri comuni italiani, così la citta di Lodi dovrebbe gentilmente considerare che, per una questione di equità e di reciprocità, un ambulante non lodigiano avrebbe diritto ogni tanto a lavorare anche a Lodi. Comunque sia, l’ambulante street food offre un tipo di servizio che è differente da quello dei bar e dei ristoranti, perciò chi vuol vederci una concorrenza sleale, non conosce evidentemente l’argomento. 

Dario Marchi

presidente Associazione FOODEVER – Ethical Street Food 

(800 opertatori ambulanti del settore street food)

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