By Published On: 9 Febbraio 2012Categories: Lettere

Lettere al Direttore – “Assessore, faccia capire ai lodigiani per cosa la pagano”

Spettabile Assessore le racconto una storia e, glielo anticipo, sarà una storia triste. Quella che le voglio raccontare è la storia di un’anziana signora, ottantenne ormai, che, dopo una vita passata a lavorare, prima come operaia in un luogo simbolo della storia della nostra città, il mitico “fabricòn”, e poi come infermiera presso l’ospedale maggiore di Lodi, ora riposa meritamente nel suo piccolo ma confortante appartamento nella zona di S.Bernardo. Una persona semplice, le cui giornate iniziano presto e terminano al crepuscolo, giornate passate ad aspettare la “corrierina” per andare in piazza al mercato, per poi tornare a casa trafelata e portare, quasi quotidianamente, il saluto e insieme un fiore, all’amato marito, “al so òm”, che da qualche anno l’ha lasciata sola. Questa signora, una di queste mattine, rincasando verso le 11.00, s’imbatte all’entrata del condominio nel quale abita in un giovane baldo che, presentandosi come un addetto del gas, le dice che tra qualche minuto, dopo aver controllato il secondo piano, sarebbe salito sul suo per continuare i controlli. Una volta giunta sulla soglia della propria porta la chiave non gira… è già aperta! Entrando intimorita la nostra signora si ritrova davanti un finimondo, armadi aperti e cassetti sottosopra. Improvvisamente le appare innanzi un altro giovane che, con una cornice tra le mani, le dice di essere un carabiniere in borghese e di avere sorpreso due ladruncoli nel suo appartamento. A questo punto alle spalle entra in scena anche il personaggio incontrato pochi istanti prima di prendere l’ascensore, e i due iniziano a confabulare chiamandosi vicendevolmente “brigadiere”. Al che la signora, ottantenne si, ma ancora molto lucida, inizia a chiedersi: “Ma cume “brigadiere”, quel li l’era minga quel del gas?!”. Nel frattempo i due, come niente fosse, se ne vanno. La fine della storia, di questa triste storia, è facile da scrivere: un grosso spavento e la cassaforte svaligiata. Nella cassaforte c’erano gli oggetti di valore collezionati in una vita di lavoro e vicissitudini, oggetti che al di là del loro valore economico rappresentavano un qualcosa da tirare fuori ogni tanto e spolverare, per ricordarsi degli anni trascorsi e dei bei momenti vissuti; c’era l’orologio d’oro, appartenuto al marito, che lei avrebbe voluto regalare un giorno al nipote, e il collier donatole il primo giorno dei suoi cinquantuno anni di matrimonio. Di tutto questo adesso non rimangono che le lacrime della paura e la desolazione di non aver potuto fare abbastanza per difendere i propri ricordi. Le racconto questa storia Assessore perché purtroppo ho avuto modo di conoscerla da vicino, tuttavia mi rendo conto che questa non è che una delle decine di storie che si potrebbero raccontare e, in particolar modo in quest’ultimo periodo, si potrebbero riempire interi libri. Troppo spesso protagonisti di queste disavventure sono i nostri anziani, per i quali scendere in strada dopo una certa ora del giorno è diventato quasi un azzardo. E’ facile prendersela coi più deboli e proprio per questo i casi di anziani derubati o scippati è aumentato considerevolmente. Le dirò la verità Assessore, penso che molte di queste persone non sappiano nemmeno quali siamo gli assessorati del Comune di Lodi, ignorino la sua esistenza e non siano informate sul fatto che lei si occupi di “sicurezza urbana, di Protezione civile e di Polizia Locale”, ma capirà anche lei che non lo fanno per cattiveria o menefreghismo. Tuttavia mentre sui giornali si discute e si piantano grane, ogni giorno il plico di denunce a carico d’ignoti sui tavoli delle forze dell’ordine diventa sempre più alto. In virtù di tutto questo, in nome dei nostri nonni e di tutta la cittadinanza lodigiana, le chiedo di abusare di uno spazio su questo quotidiano locale per rendere noto, in maniera chiara ed inequivocabile, quali misure il Comune è in grado di mettere e metterà in campo per combattere la criminalità diffusa (mi risparmi il sistema di videosorveglianza), piaga dagli effetti sempre più nefasti sul nostro territorio. Se la sua intenzione è quella di difendere al meglio i cittadini lodigiani, bene, ci spieghi come ha intenzione di farlo, se invece questo compito, come lei stesso lascia trasparire nei suoi ultimi interventi, non le compete, non sono ipocrita, non le chiederò di farsi da parte, ma quanto meno modifichi il nome del suo assessorato e faccia capire esattamente ai lodigiani per cosa la pagano.

Alberto Tarchini

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