By Published On: 8 Luglio 2011Categories: Lettere

Lettera al direttore • Grazie per i Sì all’acqua pubblica!

Eravamo consapevoli di quanto fosse arduo vincere il referendum, avendo contro uno schieramento di forze agguerrite, ricche di mezzi finanziari e mediatici; ma non ci saremmo perdonati di non avere fatto tutto il possibile, perché la percepivamo una battaglia di civiltà e di democrazia, un dovere civico da compiere nonostante tutto. Ed è successo che abbiamo vinto! Per questo diciamo  grazie a tutti i cittadini/e che si sono assunti la responsabilità di votare, di esercitare un diritto/dovere a cui gli squallidi e avidi comportamenti di certa classe politica in questi anni ci hanno sempre più disaffezionati.

Un grazie sentito anche ai 44 sindaci, di schieramenti politici diversi, che hanno accettato di firmare l’appello al voto, riaffermando il percorso virtuoso che negli scorsi anni ha permesso di mantenere pubblica la gestione del servizio idrico nel Lodigiano. Se la politicizzazione impressa alla campagna referendaria dai media ha dissuaso gli altri sindaci dall’esprimersi pubblicamente, essi restano comunque nostri interlocutori per dare attuazione alla volontà della maggioranza dei cittadini di guardare ai beni comuni in una logica non di mercato e di profitto, ma di salvaguardia e di valorizzazione di un patrimonio naturale e di una tradizione secolare inestimabili.

Il “Comitato Lodigiano 2Sì per l’Acqua bene comune” intende restare attivo perché non si dia una interpretazione riduttiva dell’esito del referendum. Il quesito che ha abolito il profitto garantito del 7% sulla gestione del servizio idrico contiene in sé l’indicazione precisa che i servizi pubblici devono restare “fuori dal mercato” e i profitti devono restare “fuori dai servizi pubblici”. Se si vuole rispettare il voto referendario bisogna quindi ripartire dalla proposta di legge di iniziativa popolare sottoscritta nel 2007 da 400.000 cittadini/e.

Uscendo dalla fase referendaria e predisponendosi a una fase propositiva il “Comitato Lodigiano 2Sì per l’Acqua bene comune” rivendica ora quanto ha ripetuto nei mesi scorsi: è tempo di dare avvio a un differente modello di gestione pubblica, non più lottizzato dai partiti, ma partecipato dalla cittadinanza attiva secondo la lettera e lo spirito dell’art. 43 della nostra Costituzione che vuole affidati i servizi pubblici essenziali, oltre che allo Stato e agli enti pubblici, anche “a comunità di lavoratori e di utenti”. I movimenti attivi sul territorio in difesa dei beni comuni devono entrare nella governance e nei comitati di controllo delle aziende pubbliche.

Se l’acqua è l’archetipo dei beni comuni per la sua essenzialità nel ciclo della vita, attenzione  deve essere dedicata anche agli altri beni pubblici o settori della vita civica che hanno un’incidenza significativa nella qualità della vita di una comunità: tra questi i rifiuti. A fronte dell’infiltrazione di imprese mafiose in questo settore, pensare a una gestione pubblica del ciclo integrato dei rifiuti è il modo più certo di salvaguardia del nostro territorio da fenomeni di degrado sociale e morale.

Lodi – 10 luglio 2011

Comitato Lodigiano 2Sì per l’Acqua bene comune

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