Le acqueforti di Roggino in mostra fino al 24 febbraio
Da oggi, 5 febbraio, il Centro Studi Sartori per la Grafica ha organizzato presso la Galleria “Arianna Sartori Arte & object design” di Mantova, nella sede di via Cappello 17, una mostra personale dell’incisore Giorgio Roggino. L’esposizione, che vedrà presentate una serie di acqueforti di recente produzione, resterà aperta al pubblico fino al 24 febbraio 2011.
Tassonomia
La lunga e coerente produzione di Giorgio Roggino conferma come la prassi artistica di questo maestro della grafica si rapporti innanzitutto e costantemente all’ambiente naturale. Il percorso fra essenze vegetali e piccoli quadrupedi, selvatici e domestici, uccelli, fiori e insetti assume per lui tutta la ricchezza poetica di un viaggio dello sguardo, senza che mai tale scrutare dia origine ad opere semplificabili nella categoria della figurazione. Come ben conoscono i molti estimatori e collezionisti che attendono l’esito di ogni lastra, il segno di Roggino appare piuttosto come una scrittura che sa cogliere storie e segreti dal folto della vegetazione, novelle e aforismi esemplari che orientano il giudizio sul mondo, che impongono di ripensare i criteri acquisiti.Tassonomia, quindi, ovvero l’ordine fuori dall’ovvio, trovando e narrando nuove relazioni, cause ed effetti: questo il senso della scelta proposta dall’incisore torinese attraverso le oltre settecento lastre fin qui prodotte, in quasi quarant’anni d’attività. Le prime prove a tema zoologico erano segnate da una visionarietà straniata (La paperotta, 1968) e quasi allucinata (L’insetto 1969, La mantide, 1973). Successivamente, l’acutezza della resa del dato visivo (Il cervo volante I, 1975, La cimice, 1980) si è intrecciata con la dimensione allusiva, metaforica e traslata delle immagini incise. Tassonomia si mostra per prima cosa quale esito di una ricerca, di viaggi attraverso un monte, un bosco, un giardino; vagare senza scopo, in solitudine alla ricerca di aperture improvvise (Il lago diAvigliana, 1999), di bagliori tra gli alberi. (…) I soggetti si ricollegano alla tradizione della raffigurazione simbolica e favolistica (La formica, 1984; La cicala, 1990; La gallina e la volpe, 2002).Testimonianze impreviste, queste dei ritorni di Giorgio Roggino da un mondo fuori scala, marginale all’esperienza comune, eppure fondamenti di un linguaggio capace di descrivere il rapporto con l’esterno da sé, facendo emergere il tortissimo potenziale trasformativo dell’arte. Le carte recano traccia tangibile di un evento interiore, di una metamorfosi non perduta dalla memoria ma riguardante, per vie arcane, ognuno. Tassonomia si può leggere anche come attualizzazione del diario di un esploratore, dove il metodo sfida però il paradigma narrativo della relazione di viaggio e quello della cam-pionatura naturalistica. Le incisioni rimandano alla grande tradizione di immagini che dal XVI al XVIII secolo accompagnava i trattati botanici e zoologici di Ulisse Aldrovandi, di Giacomo Malpighi, o di Charles von Linné. (…) Le accumulazioni di segni si attorcigliano con l’acquaforte o scivolano più decisi con la puntasecca, evocando le figure ispessite dai fondi nebulosi a ceramolle… – Antonio Musiari (da “Acqueforti di Giorgio Roggino”, Centro Studi Sartori per la Grafica, 2005). Biografia
Indirizzo: Mantova – via Cappello, 17 – tel. 0376.324260
Titolo della mostra: Giorgio Roggino. Acqueforti
Date: dal 5 al 24 febbraio 2011
Inaugurazione: Sabato 5 febbraio, ore 17.00. Sarà presente l’artista
Orario di apertura: 10.00 – 12.30 / 16.00 – 19.30. Chiuso festivi.
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