By Published On: 14 Marzo 2019Categories: Cultura e Sport

Il 20 marzo in scena alle Vigne «Che disastro di commedia»

Mercoledì 20 marzo alle 21 al Teatro alle Vigne di Lodi (0371 409 855 www.teatroallevigne.com) il settimo e conclusivo spettacolo della Stagione di Prosa, Che disastro di commedia, di Henry Lewis, Jonathan Sayer, Henry Shields; con Luca Basile, Alessandro Marverti, Valerio Di Benedetto,  Yaser Mohamed, Marco Zordan, Stefania Autuori, Viviana Colais e la partecipazione di Gabriele Pignotta. Regìa di Mark Bell.

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Ultimi biglietti disponibili da € 19 – acquistabili online e in Teatro, lun-ven 17-19; e un’ora prima dello spettacolo.

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Due anni di repliche a Broadway, che continuano; quattro anni di repliche a Londra, vincendo l’Olivier Award (l’Oscar del teatro inglese) e proseguendo adesso le repliche; e a Parigi, il  Premio Molière (analogo per il teatro francese), in Italia in tournée per la  seconda stagione (dopo Lodi sarà al Brancaccio a Roma e in maggio al Carcano di Milano, fra le altre città):

potremmo definirla  come una storia di Sherlock Holmes  mixata con la comicità dei Monty Python, la storia di una compagnia amatoriale londinese che, dopo aver ereditato improvvisamente un’ingente somma di denaro, tenta di produrre un ambizioso spettacolo, che ruota intorno a un misterioso omicidio.

E’ uno spettacolo sulla linea della comicità dei film con Buster Keaton, Charlie Chaplin, Stanlio e Ollio. La vicenda prende forma tra una scenografia che implode a poco a poco su sé stessa; e attori strampalati che, goffamente, tentano di parare i colpi degli svariati tragicomici inconvenienti che si intromettono tra loro e il copione, con estro e inventiva. Tra paradossi e colpi di scena gli attori non si ricordano le battute, le porte non si aprono, le scene crollano, gli oggetti scompaiono e ricompaiono altrove. Lo spettacolo si rivela una catastrofe e gli attori cominciano ad accusare la pressione, andando nel panico.

 

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Così la critica:

“Un delirio costruito dagli autori con controllata e consapevole ricerca degli effetti comici, ma anche con  gustosi riferimenti a classici dello schermo a cui di continuo si rifanno”  (S. Avanzo, Hystrio, 3/2018)

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