Suore cistercensi scappano da un convento di clausura

Cinque suore cistercensi di clausura hanno deciso di scappare dal convento di San Giacomo di Veglia (Treviso), riferendo alle autorità che la loro scelta era motivata da “gravi vicissitudini interne” e da uno stato di forte disagio psicologico che durava da anni.
Prima di lasciare il convento, le suore si sono presentate ai Carabinieri, sottolineando che la loro decisione non era legata a motivi penali, ma a un disagio psicologico profondo.
Alla base della loro fuga vi sarebbero forti tensioni all’interno della comunità monastica, acuite dalla destituzione della giovane badessa, suor Aline Pereira, in seguito al commissariamento imposto dal Vaticano.
Tutto è iniziato nel gennaio 2023, quando quattro religiose avevano accusato suor Aline di manipolazione e incapacità gestionale in una lettera al Papa. Nonostante le accuse fossero state successivamente giudicate infondate e le accusatrici trasferite, il convento è rimasto sotto costante supervisione, con numerose ispezioni canoniche.
La situazione è precipitata il Venerdì Santo con l’annuncio ufficiale del commissariamento del monastero da parte dell’abate generale. Poco dopo, una psicologa inviata dal Vaticano ha stabilito, senza confronto con i medici curanti, che le religiose erano state soggette a plagio. A quel punto, suor Aline è stata rimossa e sostituita da madre Martha Driscoll, 81 anni. Non reggendo ulteriormente le pressioni, le consorelle hanno deciso di allontanarsi.
La diocesi di Vittorio Veneto ha dichiarato che non ha competenza diretta sulla vicenda, trattandosi di questioni interne all’Ordine cistercense, e ha confermato piena fiducia nelle decisioni del Dicastero vaticano competente.