Da Milano a Dovera in taxi per truffare anziani, arrestata 46enne polacca

I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Lodi arrestano una donna 46enne nella flagranza di reato dopo una truffa ai danni di anziani a Dovera.
Il metodo utilizzato per mettere in atto la truffa è un “classico”; una donna contatta telefonicamente la vittima spacciandosi per la nipote e fingendo di essere incorsa in un guaio giudiziario, chiede di consegnare tutto il denaro posseduto ad una persona che sarebbe da lì passata a prelevarlo per portarlo in banca ad un notaio che avrebbe poi dovuto risolvere il problema giudiziario.
E’ successo tutto nella tarda mattinata dello scorso giovedì 29 giugno.
Questa volta la truffatrice arriva sul luogo del delitto in taxi che resta ad attenderla nei pressi dell’abitazione dove viene perpetrata la truffa. Pochi minuti dopo, l’auto riparte in direzione Milano. Grazie all’aiuto ricevuto dalla centrale che gestisce i taxi e dallo stesso conducente, le Forze dell’Ordine riescono ad individuarlo e a fermarlo all’imbocco dell’area di servizio di San Zenone al Lambro lungo il tratto autostradale.
La passeggera, una polacca di 46 anni domiciliata a Novara, con precedenti specifici, viene trovata in possesso di 32.000 euro in contanti, frutto della truffa. I soldi erano ancora custoditi nello stesso cellophane legato con un nastrino, così come consegnatogli dalle vittime.
In base a quanto potuto appurare, la presunta truffatrice è partita da Milano in taxi, facendosi accompagnare a Dovera ed una volta lì giunta ha chiesto al tassista di attenderla pochi minuti e poi è ripartita in direzione Milano.
Acquisita la denuncia delle vittime e ricostruita la vicenda, la donna è stata arrestata nella flagranza del reato. L’arresto è stato convalidato nella mattina del 1° luglio dal GIP presso il Tribunale di Lodi che ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nell’abitazione del fratello dell’arrestata a Novara.
Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e la responsabilità dell’indagata sarà accertata solo all’esito del processo e della eventuale sentenza definitiva di condanna, vigendo sino a quel momento il principio della presunzione di non colpevolezza.
Il denaro è stato restituito ai legittimi proprietari che sicuramente non lo custodiranno più in casa.
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