Reati a Lodi: il peso della componente straniera nei dati nazionali e locali

Lodi – I dati nazionali del Ministero dell’Interno e della Polizia di Stato raccontano un fenomeno complesso, che riguarda da vicino anche il nostro territorio. Se in Italia gli stranieri sono circa il 9% della popolazione, la loro presenza nelle statistiche giudiziarie è molto più alta: tra il 31% e il 34% delle denunce e degli arresti riguarda cittadini stranieri. È un dato che si riflette anche nel Lodigiano, dove le cronache giudiziarie degli ultimi anni hanno più volte segnalato episodi legati alla microcriminalità, ai furti predatori e allo spaccio di stupefacenti.
Il quadro locale, fotografato dalle ultime classifiche de Il Sole 24 Ore e dai dati forniti dal Viminale, non è confortante: nel 2023 Lodi ha registrato oltre 7.100 reati denunciati, con un’incidenza di 3.111 denunce ogni 100.000 abitanti, numeri che riportano il Lodigiano ai livelli pre-pandemia. Lodi occupa oggi il 53° posto in Italia tra le province più colpite dalla criminalità, risalendo posizioni rispetto agli anni precedenti.
Dentro questi numeri, il ruolo degli stranieri non è marginale. A livello nazionale, secondo i dati del Ministero dell’Interno, circa il 52,5% delle rapine e il 31,5% dei reati legati alla droga sono commessi da stranieri. Nei furti e nei reati predatori, la percentuale oscilla intorno al 40-50%. Proporzioni che inevitabilmente si riflettono anche su territori come il Lodigiano, che spesso compaiono nelle cronache per episodi legati a bande itineranti o reti di spaccio gestite da soggetti non italiani.
C’è un elemento che pesa più di altri: la condizione giuridica. Gli stranieri irregolari, pur rappresentando solo una minoranza della popolazione immigrata, sono responsabili di circa il 70% dei reati attribuiti agli stranieri. È un fenomeno che rende il territorio fragile, perché la presenza di persone senza documenti e senza integrazione sociale si traduce più facilmente in marginalità e, di conseguenza, in devianza.
Anche i dati carcerari confermano la sproporzione: circa il 32% dei detenuti in Italia è straniero, con un peso che si mantiene stabile negli ultimi anni. Nelle case circondariali lombarde, compreso il carcere di Lodi, la presenza di detenuti stranieri resta molto significativa.
Il confronto con gli italiani non lascia spazio a dubbi: mentre il rischio di essere denunciato o arrestato per un cittadino italiano è dell’1,1%, per uno straniero sale al 5,1% (fonte: Associazione Nazionale Funzionari di Polizia). Una differenza che non può essere ignorata se si vuole affrontare seriamente il tema della sicurezza.
La conclusione, purtroppo, è che Lodi non è un’isola felice. I dati locali confermano un trend nazionale in cui la criminalità predatoria e lo spaccio vedono una forte presenza straniera, soprattutto tra gli irregolari. Senza interventi mirati — più controlli sul territorio, prevenzione delle truffe digitali, politiche di integrazione per chi vive regolarmente e lotta dura contro l’illegalità diffusa — il rischio è che il Lodigiano perda progressivamente terreno, diventando sempre più esposto a fenomeni che minano la sicurezza quotidiana dei cittadini.