Di Pubblicato il: 31 Ottobre 2025Categorie: Attualità

Lodi, partito al Clerici il nuovo corso ASA grazie al progetto “Una Comunità per il Lavoro 2”

Allievi del nuovo corso Comunità per il Lavoro

Il progetto Una Comunità per il Lavoro 2 non si ferma. Il 20 ottobre è partito presso il Cfp Fondazione Clerici di Lodi anche il secondo corso a prezzo calmierato per Ausiliario Socio-Assistenziale (ASA). A permettere l’accesso al corso spendendo solo mille euro è stato il progetto, che dopo avere avviato corsi gratuiti nella prima parte di quest’anno e poi un corso a costo ridotto presso il Cfp Canossa a settembre, adesso completa il suo obiettivo con una nuova iniziativa.

Il progetto Una Comunità per il lavoro 2 è promosso dalla Fondazione Comunitaria di Lodi con 100mila euro di finanziamento attinto dal Fondo Nuove Povertà, creato con le risorse della Fondazione Cariplo. Un ruolo fondamentale viene svolto dalla rete dei CFP del Lodigiano, pronti a lavorare insieme e in particolare da A.S.F.O.L. (capofila), CFP San Giuseppe Cooperativa Sociale (Canossa) e Fondazione Luigi Clerici. Collaborano il Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti (CPIA), l’azienda sociosanitaria territoriale e alcune RSA e RSD del territorio, che ospiteranno i tirocini degli allievi.

Al bando per il secondo corso presso la Fondazione Clerici hanno aderito una decina di persone, ma poi qualcuno che si era candidato ha dovuto rinunciare per questioni personali o economiche. Quindi sono sei gli allievi inseriti nella classe grazie al progetto. Il corso si tiene di mattina, dalle 9 alle 13, dal lunedì al venerdì e durerà fino a luglio, con 800 ore complessive di cui 350 di tirocinio e 450 di aula.

I promotori avevano pensato a un corso nell’orario mattutino con l’intento di favorire le mamme, che potrebbero gestire meglio il loro tempo nei momenti in cui i figli sono a scuola, ma alla fine il gruppo di allievi è composto da tre donne e tre uomini. Partecipano due ragazzi di 18 e 20 anni di origine straniera che hanno già frequentato la scuola in Italia e un uomo del Camerun di circa quarant’anni. Poi sono iscritte una ragazza del Camerun e due signore italiane tra i trenta e i quarant’anni.

«Qualcuno ha avuto esperienza di assistenza domiciliare con la propria famiglia o facendo attività presso altre persone e ha capito di avere una propensione per il ruolo – racconta Paola Brusotto, coordinatrice del corso presso il Cfp Fondazione Clerici –. Tutti hanno espresso il desiderio di qualificarsi con un corso strutturato, mirato sulla professione, in modo da avere migliori prospettive per il futuro. Ma il filo rosso che li accomuna è l’empatia nei confronti delle persone in stato di fragilità».

Durante la prima lezione Paola Brusotto ha chiesto direttamente agli allievi di raccontare la loro storia. «In questo corso nessuno mi ha detto di aver deciso di partecipare per il guadagno – spiega –. Per tutti il motivo è stato il desiderio di aiutare chi è in difficoltà, la voglia di rendersi utili, la certezza che aiutare gli altri arricchisce anche loro».

Una premessa più che incoraggiante per i nuovi allievi, che resteranno in aula fino a metà febbraio e poi inizieranno il primo tirocinio in una casa di riposo o in un centro residenziale per anziani o disabili a loro discrezione. Dopo Pasqua verranno poi inseriti in un secondo tirocinio in un centro diurno integrato per disabili o per anziani, mentre all’inizio di luglio ci sarà l’esame.

«In un’unica giornata dovranno sostenere una prova in tre parti – spiega Paola Brusotto –. Anzitutto il test scritto con 60 domande, poi una prova orale e infine una prova pratica, nel nostro laboratorio che è attrezzato con manichino e ausili che l’Asa usa per le proprie mansioni quotidiane. Nel test finale saranno chiamati a fare delle simulazioni per dimostrare come si movimenta un paziente allettato e come ci si approccia al malato nelle varie circostanze».

Superato il test avranno il certificato ufficiale e potranno lavorare nel settore che li appassiona e dove il personale non è mai sufficiente. L’obiettivo centrale del progetto Una Comunità per il Lavoro 2 era infatti quello di formare più persone per aiutare più cittadini nel loro percorso di qualifica volto al reperimento di un lavoro e allo stesso tempo di rispondere alla necessità di poter disporre nel territorio di operatori qualificati per le attività di assistenza, considerata l’attuale carenza di tali profili professionali.