Lettere in Redazione – Il federalismo dell’Udc… Uno Stato museale senza riforme!
Egr. direttore, la missiva odierna del Sig. Cambiè dell’UDC di Lodi riapre un capitolo che sta andando nella direzione corretta, cioè la definizione dei passaggi delle legge delega 42/09 del federalismo per approvare i decreti attuativi del federalismo fiscale. Se fosse stato a Codogno con il Sindaco Tosi lo scorso venerdi’ “forse” avrebbe compreso il significato delle riforme strutturali dello stato che non sono più rinviabili a partire dal debito di € 1863 mld. Tutti federalisti a parole, poi quando si entra nel merito non voglio no perdere le rendite di posizione: riforme significa cambiare radicalmente impostazione con l’obiettivo di non fare fallire questo stato e dare ossigeno e speranza concreta ai vituperati cittadini. I restauratori del passato che non ha più fondamento perseverano con inutili strali di conservatorismo che porta al disastro mediatico e confondono i cittadini lodigiani” non ci saranno aumenti di tasse per gli enti che amministreranno bene la cosa pubblica tanto che ad esempio (Lodi città riceverà circa € 7mln in più in sostituzione dei trasferimenti sulla spesa storica). Allego i principali requisiti e nome del federalismo municipale, che per par condicio chiediamo vengano pubblicate nel limite dei vs. spazi editoriali. Tutto sicuramente sarà emendabile e migliorabile ma ridurre il federalismo ad una parabola condominiale (satirica? Come fatto dall’UDC ) stride con la voglia di cambiamento in atto nella nostra Provincia, ma direi in tutto il Nord del paese. Mi preme rilevare un solo spunto di riflessione ai cittadini: la regione Lombardia ha 4000 dipendenti pubblici mentre la Sicilia autonomista ne ha 120.000 con la metà degli abitanti della Lombardia, la città di Palermo ha 660.000 abitanti ed uno ogni trenta lavora con varie formule per il Comune: va bene cosi’ o c’e’ qualche parametro e spreco fuori controllo nel bilancio dello stato e nella distribuzione delle risorse per i lodigiani che pagano le tasse e giustamente chiedono servizi adeguati? Il passaggio al federalismo serve a togliere anche questi sprechi assurdi e responsabilizzare gli amministratori verso la collettività: chi non si adegua verrà mandato a casa dagli elettori; noi non abbiamo paura a metterci in gioco e fare il bene comune con criteri nettamente diversi!
Alfredo Ferrari, Direttivo Provinciale Lega Nord Padania Lodi – 08 Marzo 2011
Analisi dei principali punti del Decreto Legislativo sul Federalismo Municipale
Cedolare secca – Resta la possibilità di scelta da parte del contribuente tra la disciplina vigente e la cedolare secca, per la quale viene introdotta la doppia aliquota del 19% per contratti a canone concordato e 21% a canone libero. Sospensione dell’aggiornamento del canone per chi optasse per il regime della cedolare, anche se prevista nel contratto. La quota di gettito del tributo devoluta ai Comuni delle Regioni a statuto ordinario è pari al 21,7 per cento per l’anno 2011 e al 21,6 per cento a decorrere dall’anno 2012.
Addizionale Irpef – Potrà essere aumentata nei comuni che applicavano, fino ad oggi, un’aliquota inferiore allo 0,4%; allo stesso tempo, chi invece non ne aveva ancora previsto l’utilizzo, potrà farlo, ma fino ad un tetto massimo dello 0,4%, con un aumento massimo annuo fino allo 0,2%. Due mesi dopo l’entrata in vigore del decreto i sindaci potranno sbloccare l’addizionale: non solo, ma i sindaci, infatti, potranno iniziare a deliberare i ritocchi anche in mancanza dello specifico decreto.
Imposta di scopo – L’addizionale dello 0,5 per mille sulla base imponibile Ici può essere applicata per la realizzazione di diverse tipologie di opere, la sua durata massima è estesa a dieci anni, e il gettito derivante potrà finanziare il 100% dell’opera. Il tutto dovrà essere disciplinato da apposito regolamento da emanarsi entro 60 giorni e, nel caso in cui l’opera non venga completata, il gettito acquisto dovrà essere restituito ai contribuenti.
IMU sul possesso – In vigore dal 2014, presupposto d’imposta immobili diversi dalla prima abitazione ed aliquota allo 0,76%. Nel caso in cui l’immobile sia locato, il valore è fissato allo 0,38%. L’imposta sostituisce l’ICI e assorbe anche l’Irpef sui redditi fondiari. A discrezione del comune un aumento / riduzione dello 0,3%, o 0,2% qualora l’immobile sia locato.
Imposta soggiorno – Fino ad un massimo di 5 euro a notte, vale per i comuni capoluogo, le località turistiche e le unioni di comuni a favore delle politiche di conservazione dei beni o di servizi pubblici locali. I criteri con i quali l’imposta verrà gestita saranno fissati da apposito regolamento.
IMU secondaria – La nuova imposta, ora da adottarsi con delibera del Consiglio Comunale e non più, come in una prima versione, con referendum tra i cittadini, entra in vigore nel 2014 e accorpa diversi tributi locali ora utilizzati, quali Tosap, Cosap, imposta comunale sulla pubblicità.
Compartecipazione IVA – E’ la novità introdotta negli ultimi giorni di analisi del decreto. L’assegnazione di una quota dell’Iva, infatti, in misura equivalente al 2% del gettito Irpef non rappresenterà un ulteriore aggravio per i contribuenti. L’assegnazione avverrà in base al gettito Iva per provincia e tenendo conto degli abitanti per ciascun comune, ma solo alla prima applicazione.
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