By Published On: 1 Marzo 2011Categories: Attualità

Lettere in redazione. “A rimetterci sono sempre i più deboli”…

È sempre il ceto sociale più povero e disagiato, pensionati, anziani, cittadini diversamente abili che in prima persona vivono le gravose pastoie burocratiche del nostro Stato, che prima da e poi si riprende con gli interessi e more i contributi che eroga. La Direzione centrale pensioni INPS di Roma, in data 11 febbraio 2011 ha diramato il Messaggio n. 3566, avente oggetto: Bonus fiscale di cui all’art. 44 del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, convertito dalla legge 29 novembre 2007, n.222. Richiesta di restituzione del beneficio da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il messaggio dell’INPS fa riferimento “all’’articolo 44 del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, convertito dalla legge 29 novembre 2007, n. 222 che ha previsto a favore dei soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, per i quali è risultata nel 2006 un’imposta netta pari a zero, venisse corrisposta nell’anno 2007 una somma a titolo di rimborso forfetario pari a 150 euro. E che ai medesimi soggetti, ai sensi del comma 2 dello stesso articolo spetta la medesima somma per ciascun familiare fiscalmente a carico. Alla luce delle disposizioni stabilite dal decreto legge in oggetto e dal successivo decreto ministeriale attuativo si è provveduto a porre in pagamento l’importo di 150 euro, laddove spettante, a ciascun pensionato, insieme alla mensilità di dicembre e al rateo di tredicesima. Inoltre, a favore di tali soggetti, sono stati messi in pagamento anche i 150 euro spettanti per ciascun familiare a carico il cui codice fiscale fosse conosciuto dall’Istituto.” Il testo del messaggio continua con la “Richiesta di restituzione del rimborso da parte dell’Agenzia delle Entrate – riportando che – l’agenzia delle Entrate ha provveduto ad effettuare i controlli sulla effettiva spettanza del beneficio, e a richiedere ai pensionati l’importo a suo tempo corrisposto, maggiorato degli interessi previsti per legge e delle sanzioni. Tenuto conto però che gli istituti previdenziali hanno proceduto all’erogazione dei bonus fiscali in via automatica, sulla sola base delle informazioni in loro possesso, come stabilito dall’art. 2, comma 2 del citato decreto 8 novembre 2007, ed in considerazione della particolare tipologia dei contribuenti interessati, l’Agenzia ha stabilito di escludere la sanzione applicata relativa ai bonus.”  Quindi è in atto la richiesta da parte dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS, a moltissimi cittadini, fra cui tantissimi pensionati, di restituire i 150 euro di bonus erogato nel 2007, a suo tempo riservato a categorie più disagiate di cittadini, gravati, peraltro, da una penale e da interessi, a mezzo di invio raccomandate agli interessati. Meno male, che saggia è stata la decisione di cancellare la penale, ma non si comprende il perché sia rimasta inalterata la richiesta di restituzione del “bonus”, gravato di interessi per ben 12,90 euro. Sicuramente lo Stato guadagnerebbe a lasciare questi pochi euro nelle tasche di chi, forse, non è in grado neppure di restituirli, dal momento che  per il loro recupero, vi è un dispendio enorme di spese postali e di personale che, rapportato alla somma da recuperare, è veramente spropositato. Certo, gli Uffici fanno il loro dovere, la decisione deve essere politica e pertanto il Ministro dell’Economia, Tremonti, dovrebbe promuovere una sorta di sanatoria dal momento che, questi cittadini hanno ricevuto il “bonus” in perfetta buona fede, direttamente dall’INPS, senza presentare alcuna domanda o fare dichiarazioni non veritiere. Vi sono tanti cittadini che, non appena ricevuto la richiesta di restituzione del bonus, con penale ed interessi, si sono affrettati a pagare, ora è auspicabile che l’Agenzia delle Entrate, con solerzia pari all’attività di recupero del “bonus”, provveda a restituire i trenta euro di penale, a chi li ha pagati, solo così facendo, a mio giudizio lo Stato è credibile. C’è da sottolineare poi, che a rimetterci sono, comunque sempre i più deboli, anziani, malati, che non hanno la forza, la possibilità e forse neppure la volontà, di far valere le loro ragioni, non chiedono, non vanno negli uffici preposti, sono rassegnati a pagare e, forse, rinunciano anche all’essenziale per non vivere il disagio della “raccomandata” che chiede di restituire una somma da tempo spesa e difficile da mettere assieme. Proprio verso questi cittadini lo Stato deve essere più attento e rispettoso e certamente il bilancio dello Stato non risentirebbe affatto se, saggiamente, si rinunciasse a questo “recupero”, che a mio parere, ha poco a che vedere con giustizia ed equità. Forse lo Stato farebbe bene a porre lo stesso zelo dimostrato in questa vicenda, nello scovare i grandi evasori.

Domenico Ossino – Referente Partito Pensionati di Lodi

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