La sindaca Zeller rifiuta il tricolore: allora perché si è candidata in Italia?

La neo eletta sindaco di Merano, Katharina Zeller
Nel comune di Merano, in Alto Adige, è andato in scena un episodio che ha dell’assurdo: Katharina Zeller, neoeletta sindaca appartenente alla Südtiroler Volkspartei (SVP), e sostenuta anche dal Partito Democratico, ha rifiutato di indossare la fascia tricolore italiana durante la cerimonia di insediamento. Il motivo? Si è detta infastidita dal suo predecessore, Dario Dal Medico, che le avrebbe “insistito troppo” nel porgerle il simbolo istituzionale della Repubblica Italiana.
Un gesto simbolico? Sì, ma fuori luogo
Zeller ha provato a ridimensionare il gesto, dicendo che indosserà la fascia tricolore solo quando “previsto dal protocollo”. Ma non è questo il punto. Il punto è che ha scelto un momento pubblico e solenne – quello dell’insediamento – per fare una presa di posizione identitaria che ha il sapore del rigetto istituzionale. E non si tratta di folklore locale o di autonomia altoatesina: si tratta di rispetto delle regole del gioco democratico e delle istituzioni che ti stai impegnando a rappresentare.
SVP: autonomia o ambiguità?
La Südtiroler Volkspartei, il partito di Zeller, è storicamente legato alla tutela della minoranza di lingua tedesca in Alto Adige. Questo è legittimo. Ma da tempo la SVP gioca con l’ambiguità: da una parte gestisce potere e risorse in un sistema italiano, dall’altra non perde occasione per prendere le distanze dalla cultura e dai simboli nazionali. Il caso Zeller è solo l’ultimo episodio di questa strategia politica che tiene un piede dentro e uno fuori, sfruttando l’autonomia speciale non solo come strumento di tutela, ma anche come scudo per un’identità politica a tratti anti-italiana.
E allora perché candidarsi qui?
Questa è la domanda che molti cittadini si stanno ponendo: se non ci si riconosce nei simboli fondamentali della Repubblica Italiana, perché ci si candida a rappresentarla? Perché si partecipa al suo sistema democratico, si incassa lo stipendio da sindaco, si usufruisce delle strutture e delle leggi italiane?
È una domanda scomoda, ma necessaria. La politica non è solo gestione amministrativa: è anche rappresentanza simbolica. E un sindaco che non si sente rappresentato dalla bandiera del proprio Paese, dovrebbe forse chiedersi se non sarebbe più coerente intraprendere la carriera politica altrove. Magari proprio in Austria, dove tanti nella SVP continuano a guardare con nostalgia.
La sindaca Zeller ha perso un’occasione per unire, preferendo mandare un messaggio ideologico che divide. In una terra come l’Alto Adige, dove la convivenza tra comunità linguistiche richiede equilibrio e responsabilità, atti del genere non fanno altro che alimentare rancori. Chi sceglie di servire lo Stato, deve rispettarlo fino in fondo – simboli compresi.