I florovivaisti sono ormai alla “canna del gas-olio”
I florovivaisti sono ormai alla “canna del gas-olio”. La crisi libica e le tensioni internazionali sul mercato dei carburanti stanno mettendo in ginocchio un settore che è passato da un giro d’affari in Lombardia di 700 milioni di euro nel 2008 ai 500 milioni scarsi del 2010, valore che rappresenta circa un terzo del totale nazionale. Adesso la spesa dell’energia aumentata di oltre il 60 per cento in un anno rischia di dare il colpo di grazia a molte delle 2.500 realtà lombarde, presenti in particolare a Milano, Bergamo, Brescia, Como e Varese per le serre e a Mantova e in Brianza per le piante da esterno. “Se l’anno scorso per mille metri quadrati di serra si spendevano 2.500 euro al mese di riscaldamento, adesso siamo balzati a circa 4.000 euro al mese – spiega Angelo Vavassori, Direttore di Assofloro, che raggruppa gli operatori del settore in Lombardia – livelli insostenibili sia sul fronte dei costi che su quello della concorrenza straniera”. Infatti mentre all’estero, Francia, Spagna, Olanda e Danimarca, il riscaldamento delle serre costa la metà o anche un terzo rispetto all’Italia, i nostri florovivaisti non possono più nemmeno beneficiare dell’azzeramento delle accise sul gasolio per le serre che ha permesso di restare a galla durante una crisi economica pesante e a fronte di un’aggressiva concorrenza straniera.
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