Batteria digitale, suoni e canzoni per esprimere emozioni e disagio
Insegnare ai ragazzini a suonare la batteria digitale, a comporre una melodia e a scrivere anche una canzone, perché attraverso la musica liberino energie, emozioni, magari anche i disagi e le sofferenze.
Hanno questo obiettivo i laboratori di Musica Viva Lab, iniziati martedì 2 maggio a Maleo, grazie al progetto Im-Patto Digitale, che è coordinato dalla Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi e nato su impulso di Fondazione Cariplo e dell’Impresa sociale Con i Bambini (che hanno destinato all’iniziativa un contributo complessivo di 1 milione di euro) nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile.
In questa nuova iniziativa sono coinvolti sedici allievi delle scuole medie del paese, che durante le ore del doposcuola comunale pomeridiano potranno seguire gli incontri tenuti da Andrea Bordoni, che da tempo promuove anche nel Lodigiano il concetto di musica libera come forma di espressione. “Attraverso i Musica Viva Lab faccio esplorazione emozionale in generale – racconta l’esperto, che è musicista solista e in gruppi e band – .
Nei laboratori dapprima i ragazzi imparano a usare una drum machine, ovvero una batteria elettronica, poi compongono un pattern che diventa una melodia su cui scrivono dei testi. Un viaggio alla scoperta di una nuova dimensione espressiva, che diventa anche un lavoro su di sé che diventa propedeutico al testo e a un’elaborazione emozionale”.
In questi incontri laboratoriali ci sono una dimensione pratica e un aspetto di riflessione, in cui i ragazzi si mettono alla prova creando suddivisi in microgruppi da tre ragazzi.
I laboratori si tengono il lunedì e il martedì dalle 15 alle 17 fino alla fine dell’anno scolastico, in uno spazio vicino alla chiesa dell’Annunciata, che è stato concesso dal Comune di Maleo. Gli alunni che partecipano sono 16.
Quando hanno iniziato la prima lezione martedì 2 maggio gli “allievi” erano un po’ timidi ma poi si sono entusiasmati. “Erano stanchi, dopo ore di scuola, ma poi si sono lasciati andare, perché avevano bisogno di muoversi e di “vivere”, di provare nuove esperienze” racconta Bordoni.
D’ora in poi lo faranno per un mese con questo originale laboratorio. Che potrebbe essere ripreso anche in futuro, se le risposte saranno positive e i ragazzi dimostreranno che attraverso il suono e le parole riescono a raccontare i loro bisogni e chiedere sostegno.
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