Quando la corsa diventa un ostacolo: riflessioni sulla Laus Half Marathon

Lodi – 26 Ottobre – La corsa è una forma di libertà, un inno al movimento e alla salute. Tuttavia, quando l’organizzazione di una manifestazione sportiva arriva a compromettere proprio la libertà e la sicurezza dei cittadini, qualcosa evidentemente non funziona. La Laus Half Marathon ha trasformato Lodi in un labirinto urbano, paralizzando per ore la circolazione e costringendo molti cittadini a vivere una mezza domenica di disagi.
Il problema non è la corsa in sé – anzi, ben vengano eventi sportivi capaci di valorizzare il territorio – ma la mancanza di una pianificazione realmente compatibile con la città. Lodi non è Milano: non dispone di decine di vie alternative o di una rete viaria in grado di assorbire il blocco di arterie centrali.
Un esempio è Viale Rimembranze, dove, nonostante la via non fosse formalmente chiusa, il traffico è rimasto completamente bloccato per oltre un’ora, con una colonna di auto immobili fino all’incrocio con via Zalli.
Una situazione simile non è soltanto fastidiosa: è potenzialmente pericolosa. In caso di malori, emergenze o necessità urgenti, sarebbe stato difficilissimo intervenire in modo tempestivo. E non si parla solo di emergenze sanitarie: anche chi aveva impegni di lavoro, spostamenti improrogabili o semplicemente contava su un servizio pubblico efficiente si è trovato senza alternative. Il trasporto pubblico, infatti, è stato totalmente sospeso, isolando di fatto chi non dispone di un mezzo proprio.
Certo, la segnaletica provvisoria era presente e gli organizzatori avevano invitato a “pianificare spostamenti alternativi”. Ma di fatto, gli spostamenti alternativi si riducevano a giri infiniti, tra deviazioni e strade chiuse, che hanno reso l’intera città un dedalo.
E allora la domanda è inevitabile: è davvero accettabile sacrificare la libertà di movimento e la sicurezza dei cittadini per un evento sportivo, per quanto nobile nelle intenzioni? Una città che si vuole viva e partecipata deve saper coniugare le sue iniziative con il rispetto di chi la abita. Le manifestazioni sportive devono unire, non dividere; celebrare la città, non paralizzarla.
Ecco perché è auspicabile che, in futuro, la Laus Half Marathon possa correre insieme ai cittadini, non contro di loro.


