Di Pubblicato il: 22 Ottobre 2025Categorie: Attualità

Vallacchi: «Sanità lombarda, ancora disagi per i medici di base: il centrodestra boccia la riforma»

«Mentre la maggioranza di centrodestra insisteva nel dire che in Lombardia la sanità sostanzialmente funziona, che non ci sono grossi problemi, che non serve una legge di riforma di iniziativa popolare, mancando di rispetto non tanto a noi consiglieri regionali del Pd, in opposizione, ma ai 100mila cittadini lombardi che l’hanno sottoscritta, i medici di base si ritrovavano per l’ennesima volta con il sistema Siss (il sito su cui fanno tutte le operazioni che riguardano i pazienti, ndr) bloccato e non funzionante. Tra l’altro, nel tardo pomeriggio, proprio quando le persone escono dal lavoro e si recano dal medico. Altro che va tutto bene!», non è la prima denuncia di cui si fa portavoce Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Pd, che stamattina è stata contattata da alcuni professionisti esasperati. E proprio ieri in consiglio regionale è stata bocciata dal centrodestra la legge di iniziativa popolare che mirava a rimuovere l’equivalenza tra sanità pubblica e privata dall’attuale norma regionale di settore e puntava sull’universalità del servizio, la ricostruzione della medicina territoriale, la prevenzione, l’eliminazione delle liste d’attesa e il governo della programmazione sanitaria. Con 39 voti a favore e 23 contrari la maggioranza ha sancito il «non passaggio alla trattazione degli articoli» del testo di legge, mettendo fine al percorso iniziato a marzo del 2024 con il lancio della raccolta firme.

«Questi medici si sono persino scusati perché a loro sembra di ripetere sempre le stesse cose, ma nessuno gli dà retta, anzi, finisce pure che si creano scontri con i pazienti che chiaramente non capiscono come possano verificarsi continui disservizi. Eppure, sono un presidio fondamentale sul territorio, il loro lavoro è spesso pesante e il rischio che saranno sempre meno a volerlo fare è reale. Solo la Giunta Fontana non se ne rende conto», insiste Vallacchi.

«Di fronte agli operatori sanitari esasperati noi ci mobilitiamo, la maggioranza si gira dall’altra parte. Questa è la realtà. L’ho detto anche nel mio intervento in Aula, che ho comunque incentrato sulla prevenzione. In Lombardia è stata smantellata completamente, dopo il grande lavoro fatto nella seconda metà del secolo scorso. Nel 1985 sono stati istituiti i dipartimenti di prevenzione e i laboratori di sanità pubblica e, dopo 7 anni, nel 1992, una legge dello Stato li ha a sua volta istituiti a livello nazionale proprio sul modello Lombardia. La quale è poi andata esattamente nella direzione opposta, iniziando uno scardinamento progressivo del sistema di prevenzione», ha ricordato in Aula la dem.

«Da Formigoni a Maroni, a Moratti siamo passati dalle 15 Asl alle 8 Ats, dentro le quali la prevenzione è stata spezzettata, passando appunto da 15 a 8 dipartimenti, con un taglio netto delle risorse economiche e di personale che di fatto rende impossibile svolgere molte attività. Sbagliato completamente: la prevenzione fa risparmiare e migliora la qualità della vita delle persone. È necessario riorganizzarla, serve investire con risorse e personale, ricostruire i servizi. Ci auguriamo che la tessera a punti, che è un’assurdità, sia solo una boutade e che non si pensi realmente di attuarla», insiste la consigliera Pd.

«Certamente, se i problemi sono ancora il mancato funzionamento del sistema che permette ai medici di base di lavorare e ai cittadini di accedere alle cure, la Lombardia di Fontana e Bertolaso è ancora all’anno zero. Ma loro non lo vogliono ammettere e bocciano senza porsi un minimo dubbio le richieste di 100mila lombarde e lombardi», conclude Vallacchi.

Milano, 22 ottobre 2025