Il forte ed acre odore di fumo che esalava nell’aria da un capannone nella zona di via Manzoni nella frazione Maiano di Sant’Angelo, ha spinto alcuni vicini a chiamare i carabinieri, perché temevano stesse per propagarsi un incendio.
In pochi minuti i militari sono intervenuti e con loro sorpresa, invece di un principio d’incendio, si sono trovati di fronte una vera e propria serra adibita a coltivazione di marijuana, il cui essiccatoio aveva iniziato a bruciarne una piccola quantità, causando appunto gli odori.
Nel capannone affittato dalla proprietaria santangiolina ad una società di distribuzione il cui amministratore unico è residente nel novarese, in quel momento privo di personale, i carabinieri hanno rinvenuto droga posta sia in coltura, che in essicazione e tutto l’occorrente per coltivarla e confezionarla, tra cui:
- 204 vasi di plastica contenenti altrettante piantine di marijuana, per un peso complessivo di 7,5 kg;
- 700 gr. di marijuana già confezionata in una busta;
- Circa 2 kg. Della stessa sostanza lasciata ad essiccare su uno scaffale;
- 11 trasformatori per energia elettrica destinati a dare corrente alle 8 lampade da fluorescenza con parabola trovate sul posto e destinate a “scaldare” le piante per farle germogliare;
- Materiale elettrico tra cui prese multiple e prolunghe;
- 5 lampade da 1.000 watt;
- rotoli di cellophane e buste in plastica ermetiche, destinate al confezionamento della droga;
- due termometri per controllare la temperatura dell’ambiente;
- una grossa bilancia del tipo da mercato.
La droga, il cui sequestro è stato operato allo stato a carico di ignoti, se immessa sul mercato al dettaglio avrebbe fruttato agli spacciatori decine di migliaia di euro, spacciatori che i carabinieri di Sant’Angelo stanno cercando di individuare.